Gli standard alimentari vengono stabiliti mondialmente da un organismo delle Nazioni Unite chiamato Commissione del Codex Alimentarius, gestito insieme alla FAO e all’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
Questi standard sono a vantaggio di tutta la popolazione mondiale e agiscono a tutela della salute dei consumatori di tutto il pianeta.
Le norme stabilite dalla commissione danno in pratica dei parametri per promuovere la sicurezza alimentare, che devono essere poi recepiti dai paesi membri dell’ONU, i quali legiferano in materia nel proprio stato.
Lo scorso 16 luglio a Ginevra si è tenuta la riunione annuale della Commissione, alla quale hanno partecipato i rappresentanti di 170 paesi, insieme ad altri di organizzazioni governative e non governative.
In sede di questa riunione la commissione ha, tra gli altri argomenti in agenda, stabilito dei nuovi livelli massimi accettabili di piombo nel latte artificiale e di arsenico nel riso.
Latte per neonati
Il piombo è presente nell’ambiente, motivo per cui è possibile che vada a finire anche in sostanze utilizzate per la produzione del latte per i più piccoli.
Il problema sta nel fatto che sono proprio i neonati ad essere suscettibili agli effetti del piombo, che è un metallo tossico, e che, in dosi elevate, può causare danni anche permanenti alla salute (al sistema nervoso principalmente).
La Commissione ha dunque raccomandato un nuovo limite di piombo nel latte per neonati non superiore a 0,01 mg di metalle per chilogrammo di alimento.
Come fare per rispettare questo limite?
Innanzitutto bisogna che i controlli vengano adeguati a questa nuova disposizione.
Ancor prima, come si diceva, i paesi dovranno poi mettere in pratica queste direttive della Commissione.
Infine i produttori di latte per neonati dovranno rispettare queste direttive e materialmente approvvigionarsi di materie il cui livello di piombo è più basso del limite, o addirittura inesistente.
Riso
Anche sul riso la Commissione ha stabilito un livello massimo di arsenico, fissando il limite a 0,2 mg per chilogrammo.
L’arsenico è un metallo presente in natura nelle acque sotterranee di alcune zone del mondo.
Le coltivazioni di riso, che necessitano di abbondante acqua, potrebbero così trovarsi ad essere a contatto con l’arsenico, e divenire potenzialmente tossiche.
Una prolungata esposizione a questo metallo aumenta il rischio di contrarre tumori o lesioni cutanee, addirittura crea problemi di sviluppo, patologie cardiache e danni cerebrali.
Si consideri inoltre che il riso è il primo nutrimento per milioni, se non miliardi di persone, oltre ad essere un ingrediente della dieta dei più piccoli.
Purtroppo le coltivazioni di alcuni paesi dell’Asia sono a rischio arsenico, in quanto irrigate con acque con alto contenuto di arsenico a causa della composizione del terreno, pobrema che potrebbe essere risolto con differenti sistemi di irrigazione, che ridurrebbero questa contaminazione.
Su proposta dell’Unicef, organizzazione presente al tavolo della riunione di Ginevra, la commissione ha infine discusso sulla necessità di garantire degli standard anche per gli alimenti pronti per le popolazioni infantili malnutrite, per dare loro sicurezza di qualità di queste razioni.
Fonte: Fao