L’ipospadia è un’anomalia degli organi genitali esterni, sviluppati durante la crescita intrauterina. Si tratta di un’insufficiente sviluppo dell’uretrea (il canaletto che conduce verso l’esterno l’urina) che non sfocia direttamente al centro del glande (la parte terminale del pene), ma il meato si trova sul corpo del pene e in casi più gravi nello scroto o nel perineo.
La patologia solitamente viene riconosciuta subito al momento della nascita e l’unica soluzione è il trattamento chirurgico.
A questa malformazione si aggiunge spesso la curvatura ventrale del pene (pene curvo) causata dalla mancanza di crescita del “ventre” del pene. La pelle che solitamente ricopre il glande “è assente nella parte ventrale del pene ed esuberante nella parte dorsale: prepuzio detto a “cappuccio di frate”.
L’ipospadia colpisce circa 1 maschio su 1000, quindi ha un’incidenza rara sulla popolazione. Si stima esista una familiarità di circa il 20% per cui la malformazione sarebbe tramandata col patrimonio genetico (padre, fratello, figlio, zio ecc…).
Sulle cause di questa malformazione esiste una ricca letteratura, si tratta di ipotesi, di valutazioni empiriche, ma nel concreto un vero “perchè” non si è trovato. Si parla di “interferenza di alcuni fattori esogeni, come alcune malattie virali, l’azione incontrollata delle radiazioni ionizzanti, svariati agenti chimici, sostanze ad attività ormonale, carenze vitaminiche in gravidanza, la sofferenza fetale ipossica, ecc”.
Il bambino con ipospadia è costretto ad urinare “da seduto” poichè il getto che fuoriesce non è continuo ma a raggera , a seconda della posizione del meato il bambino stando impiedi a urinare rischia di bagnarsi. In alcuni casi la minzione è dolorosa o insufficiente tant’è che si hanno casi di reflussi urinari.
Esistono 3 “gradi” di ipospadia:
- ipospadia anteriore (70% dei casi), è anche definita “lieve”, il meato si trova in prossimità della punta del pene
- ipospadia media (10% dei casi), il meato si trova nella parte media del pene, su quello che a volte viene definito il “corpo” del pene. Il pene si presenta una leggera incurvatura
- ipospadia posteriore (20% dei casi) è la forma più grave; il meato si trova alla base del pene o nello scroto o in zona perineo. Il pene si presenta molto curvo.
L’intervento chirurgico è necessario per svariati motivi: a livello funzionale, la malformazione impedisce al paziente di fare pipì in piedi, e laddove il meato è ristretto, la semplice azione di urinare può diventare un problema; a livello sessuale, giacchè l’anomalia di curvatura del pene può rendere difficoltoso il rapporto sessuale e la fecondazione dell’ovulo della donna sarà più difficile, per cui esistono problemi legati alla difficoltà di riproduzione; ultimo ma non per importanza il livello estetico, l’aspetto estetico del pene, che è diverso per curvatura e fattezza dai peni che non soffrono di ipospadia, può causare problemi psicologici che pongono il maschio in difficoltà, tanto più nell’età adolescenziale.
L’intervento chirurgico si pone l’obiettivo di correggere la curva innaturale del pene, riposizionare il maeto nella giusta posizione ricostruendo il pezzo di uretrea non sviluppato, ricreare esteticamente un “normale” aspetto del pene.
La tendenza è quella di intervenire chirurgicamente in un’ unica soluzione entro i primi 18 mesi di vita del bambino questo per una salvaguardia psicologica del piccolo, che non ricorderà nulla dell’intervento.
Esistono diverse tecniche di operazione, in tutto più di 200; la scelta ricade a seconda del tipo e del livello di ipospadia e della conformazione del pene. Le tecniche più utilizzate sono:
- tecnica di Mathieu
- tecnica di Duckett
- tecnica di Snodgrass
- tecnica di Bracka in due tempi
L’operazione prevede una degenza in ospedale variabile, si và da un day hospital ad una degenza prolungata laddove l’operazione necessita di uretroplastica. In media la degenza è di circa 3 giorni, anche perchè spesso al bambino viene applicato un catetere (piccolo e morbido, in silicone), è necessario monitorare la chiusura della ferita e l’estrazione del catetere, per permettere le dimissioni. In realtà la durata dell’ospedalizzazione dipende dalla scuola di pensiero dei chirurghi che effettuano l’operazione. Qualcuno tende a togliere velocemente il catetere e permettere al bambino di tornare a casa presto, questo anche per evitare una degenza prolungata che è sempre un trauma psicologico. Altri ancora tendono a tenere il catetere per diversi giorni, accertando la chiusura della ferita, prima di estrarlo.
L’operazione può comportare delle complicazioni, che si verificano nel 10-30% di casi. Si tratta per lo più della comparsa di fistole e stenosi uretrali, in questi casi è necessario un secondo intervento a non meno di tre mesi di distanza per “riparare” il “buco” che si è creato successivamente all’operazione (chiamato fistola) o contrastare il ristringimento dell’uretra ricostruita (chiamato stenosi).
Nei giorni successivi all’operazione si possono notare piccole perdite di urina o di sangue, il pene risulta gonfio e tumefatto. Laddove il bambino abbia arrossamento cutaneo, pus e febbre, occorre rivolgersi subito al medico giacchè potrebbe esserci un’infezione in corso. I punti di sutura sono di tipo “riassorbibile”. E’ consigliabile per un periodo astenersi da attività sportive.
Nelle forme più gravi, che fortunatamente sono rare (solo il 10% di chi soffre di ipospadia) la malformazione può essere accompagnata da ernia inguinale, problematiche renali, testicoli ritenuti. Esiste una piccolissima percentuale di gravità tale da comportare ambiguità sessuale, in questi casi, prima di intervenire chirurgicamente, è opportuno eseguire una mappatura cromosomica che determini il sesso reale del paziente.
Ospedalizzare il bambino è una decisione che non viene presa a cuor sereno dai genitori; per chi soffre di ipospadia è l’unica soluzione che preservi un futuro e una vita serena da adulto.
Per la stesura dell’articolo, tra le varie fonti sono stati consultati i seguenti siti, su cui potrete recarvi per approfondimenti:
http://www.chirurgiauretrale.it/ipospadia.asp
http://www.ospedalebambinogesu.it/portale2008/default.aspx?IdItem=1563