“Yara Santa”
2 parole; un moto di speranza; un senso rintracciato in una tragedia enorme; un’aspirazione pensata ed inseguita da una popolazione di fedeli, di persone perbene, di uomini e di donne che, increduli, hanno ancora bisogno di dare un senso alla tragedia di Brembate.
“Yara Santa”, così è scritto sul cartello che capeggia nel campo di Chignolo d’Isola ove la piccola Yara fu uccisa ed abbandonata esanime, a seguito di un feroce tentativo di stupro, nella sera del 26 novembre 2010.
Yara come Santa Maria Goretti
Santa Maria Goretti morì a Latina nel lontano 1902, fu vittima di un tentato stupro; all’aggressore la piccola santa, appena 12enne, si oppose con tutte le sue forze, al punto di pagare con la vita la sua tenace resistenza all’assalitore.
Maria Goretti divenne santa nel 1950, la canonizzazione ebbe luogo sotto il pontificato di Papa Pio XII.
Il parroco di Brembate di Soppra, don Corinno Scotti, ha accostato Yara alla contadinella dell’agro pontino:
entrambe sarebbero giovanissime vittime della peggiore lussuria umana, entrambe avrebbero lottato sino al sacrificio supremo della vita pur di proteggere la loro purezza.
In linea di principio la santità si conquista quando nel momento della morte si innalzano i valori cardinali della cristianità, quando ciò la morte stessa avviene in nome della fede, della carità e della speranza.
Stando al disposto teleologico, quindi, si potrebbe avviare un processo di beatificazione della piccola Gambirasio se si accertasse che Yara ha sacrificato la propria vita pur di preservare la sua purezza.
Sta di fatto che Yara proviene da una famiglia profondamente pia e probabilmente il piccolo angelo di Brembate, rispecchiando anche gli ideali familiari che avevano animato tutta la sua vita, oggi, per i concittadini e per i giovani che nel campo di Chignolo d’Isola portano fiori ed accendono candele, rappresenta veramente un ideale di purezza.
C’è chi ha sottolineato esattamente questo: Yara potrebbe divenire una giovane santa capace di richiamare i ragazzi ad una più seria e profonda considerazione del valore della “purezza”.
E la Chiasa potrebbe godere di una santa così giovane e già così amata.
Nel campo di Chigolo d’Isola avviene quotidianamente un vero miracolo:
arrivano in quel luogo isolato della bergamasca tantissimi “fedeli”, ovvero tantissime persone, uomini e donne, giovani e anziani, carichi di fede, carichi di speranza e carichi di amore, gente comune che con il proprio affetto verso Yara “lenisce” in qualche modo il dolore e la disperazione lasciati da una morte così drammatica.
Questo pellegrinaggio continuo ed incessante dimostra che contro l’atrocità di questa morte gli uomini e le donne di buon cuore oppongono comunque l’amore e la fede. E ciò vale e varrà indipendentemente da un possibile processo di beatificazione.
Ovviamente, sebbene il paragone con Santa Maria Goretti, possa apparire immediato e quasi naturale, il percorso della beatificazione è lento e complesso.
Ad onor del vero nessun organo ecclesiastico competente si è mai pronunciato in merito, né è stata mossa da parte dei familiari alcuna esplicita richiesta o manifestata alcuna speranza oppure aspettativa.
Yara, e questo è inequivocabilmente vero, a Brembate è già considerata un Angelo.
“Yara Brembate vive nel tuo sorriso”, così c’è scritto a caratteri cubitali all’esterno della palestra in cui si allenava e viveva la sua passione sportiva; il sorriso radioso, candido e pulito di questa bambina lascia echeggiare in maniera ancora più assordante il dolore della violenza che le è stata inferta.
Indipendentemente dal percorso che “Dio” scriverà per Yara ovvero indipendentemente da una sua possibile beatificazione la voce chiara della purezza che trapela dal sorriso della bambina i Brembate raggiunge, ancora oggi, tutti noi e si cristallizza nei nostri cuori.
I cartelli, i messaggi, i fiori lasciati a Chignolo d’Isola dalle persone più comuni sono un piccolo, grande e insperato miracolo dell’amore, dimostrano infatti che il mondo serba in sè la bontà e l’altruismo e non conosce indifferenza al dolore, anzi il mondo dei buoni e dei giusti tendenzialmente si oppone al male e lo rifiuta.
Visto così il cartello “Yara Santa” è assolutamente condivisibile e vero.