Soprattutto nei primi mesi della gravidanza, succede di soffrire di nausea e vomito. Si tratta di episodi più o meno frequenti, soprattutto al mattino a digiuno.
In alcuni casi diventa un disturbo così forte e importante da prendere il nome di iperemesi gravidica e richiedere anche piccolo interventi medici basati su infusioni di flebo, soprattutto per prevenire stati di disidratazione e sottoalimentazione.
E’ consolante e risaputo che, in ogni caso, questo non comporta nessun problema con il corso della gravidanza e la salute del piccolo ma piuttosto crea fastidi e disagi alla mamma.
In base ad alcuni studi e ricerche effettuate presso l’Ospedale dei Bambini dell’università di Toronto e pubblicati su Reproductive Toxicology, da oggi c’è un risvolto positivo per le mamme che devono affrontare questi sintomi più o meno pesanti.
Secondo i dati raccolti, in uno studio che ha coinvolto 5 Paesi diversi e, complessivamente 850.000 donne incinte, la nausea e il vomito durante la gravidanza sarebbero associate ad un numero minore di aborti spontanei e a bambini nati più sani e robusti.
Le nausea mattutine, in particolare, accompagnano un numero minore di difetti alla nascita, soprattutto difetti cardiaci e palatoschisi, e uno sviluppo armonioso del bambino.
Il rapido aumento della gonadotropina, un ormone prodotto dalla placenta, sembra essere responsabile dello scatenarsi dei sintomi. Allo stesso tempo, i livelli più alti di questo ormone e il concorso di altri ormoni non ancora ben identificati, possono contribuire ad un ambiente prenatale più favorevole.
Il rischio di aborto si calcola essere tre volte più frequente nelle donne che non presentino nausea o vomito, soprattutto le donne sopra i 35 anni, che sono già maggiormente esposte all’aborto spontaneo, traggono beneficio da questo “effetto protettivo”.
Inoltre, monitorati nel corso degli anni, i bambini nati da mamme che hanno sofferto di iperemesi gravidica a vari livelli, sembrano ottenere punteggi più alti nei test per rilevare il quoziente intellettivo, l’uso del linguaggio e il comportamento sociale.
“L’assunzione di medicine per il controllo dei sintomi, naturalmente presi sotto stretto controllo medico, non sembrano comunque influire sugli effetti benefici rilevati.”
Ha precisato il dottor Gideon Koren, coordinatore dello studio, al Wall Street Journal.
Fonte: Wall Street Journal