La maggior parte delle mamme accoglie con sollievo la stagione calda perché l’inverno, il freddo e la neve sono nell’immaginario collettivo i complici per eccellenza della febbre, dei raffreddamenti e dei malesseri dei bambini.
La febbre e le malattie febbrili non vanno mai in vacanza.
I genitori devono sapere e debbono considerare con la necessaria attenzione che esistono anche le febbri estive: statisticamente si tratta di febbri meno frequenti e meno comuni, ma clinicamente le malattie febbrili estive hanno un rilevante peso e vanno trattate con gli accorgimenti giusti e necessari.
Quali sono le malattie febbrili tipiche della stagione calda?
Tonsilliti batteriche, impetigine e infezioni intestinali sono le malattie febbrili (ovvero che scatenano episodi più o meno acuti di febbre) più comuni dell’estate.
Tonsilliti batteriche
Sintomi della tonsillite batterica:
- gola dolorante;
- fastidio o dolore più o meno intenso durante la deglutizione;
- febbre alta;
- placche sulle tonsille;
- ingrossamento e dolore delle ghiandole linfatiche sotto la mandibola e sul collo.
La febbre può prolungarsi anche per 4 o 5 giorni.
Per regola generale, dopo 48 ore di febbre, trattata comunemente con antifebbrili, è sempre necessario sottoporre il bambino ad una visita pediatrica.
– In caso di tonsillite batterica alla diagnosi seguirà certamente la somministrazione di un antibiotico (probabilmente per via orale), la durata della terapia antibiotica comune è di 10 giorni.
Impetigine
Sintomi dell’impetigine:
- vescicole e pustole;
- prurito;
- a causa del prurito, il paziente affetto da impetigine è portato a sfregarsi la pelle continuamente ed anche con impeto, è per questo che le vescicole e le pustole si aprono e sulla cute tendono a formarsi delle croste.
Le pustole inizialmente sono poche (anche solo una o due) grattandosi il paziente sposta l’infezione su altre parti del corpo.
La malattia è molto contagiosa, comunemente si contrae dal contatto diretto con altri bambini malati oppure giocando in spiaggia con la sabbia sporca o inquinata.
– Comunemente alla diagnosi di impetigine segue una terapia antibiotica per via orale, di solito la cura è prolungata e l’antibiotico si prescrive per almeno 10 giorni. Spesso all’antibiotico per bocca si accompagnano disinfettanti o antibiotici locali per la cura della cute, per esempio pomate ad azione locale volte a lenire pustole e croste.
Una rassicurazione è d’obbligo: malgrado l’estensione delle pustole o delle croste, sappiate che l’impetigine normalmente non lascia tracce sulla pelle, i segni si riassorbono da soli, scomparendo pian piano e completamente.
Infezioni intestinali
Sintomi delle infezioni intestinali:
- diarrea;
- vomito;
- mal di pancia.
Le infezioni intestinali comuni sono di origine virale e per la loro soluzione non sono necessarie terapie farmacologiche, normalmente guariscono con una buona alimentazione, anche ricca di acqua e fibre, e con l’integrazione di fermenti capaci di riequilibrare le funzioni intestinali.
Cosa fare in caso di febbre estiva:
- Misurare correttamente la temperatura al bambino
Attenzione: la Società italiana di Pediatria ha certificato che la migliore misurazione della temperatura è quella ascellare (al massimo quella inguinale), perciò, per controllare la temperatura corporea del bambino, usate un termometro a bulbo (meglio se digitale) e ponetelo sotto l’ascella del piccolo paziente (o nell’inguine);
- fino ad una temperatura di 37°C – 37,5°C non c’è da preoccuparsi, il bambino va semplicemente monitorato se presenta sintomi come diarrea, vomito, spossatezza, affaticamento, tosse, respiro faticoso o altro;
- nel primo anno di vita è possibile intervenire con farmaci antifebbrili se la temperatura supera i 38°C;
- dai 2anni di vita in poi prima della somministrazione del farmaco antifebbrile è opportuno che la temperatura superi i 38,5°C.
- Paracetamolo e ibuprofene sono i più diffusi e comuni farmaci antifebbrili in commercio. Nella somministrazione è indispensabile prestare la massima attenzione alle dosi: leggete il bugiardino e non superate mai la dose giornaliera indicata.
- Se il bambino ha la temperatura alta non copritelo ma, al contrario, svestitelo, usate indumenti freschi, in tessuti naturali e traspiranti (come lino e cotone).
- Considerate che quando la temperatura esterna è alta, cioè se già fa caldo, sopportare la febbre è più difficile. Perciò il bambino, durante gli episodi febbrili estivi, trova molto sollievo anche da spugnature d’acqua ed impacchi freddi (meno utili di inverno ma efficaci durante l’estate).
- Fate in modo che il bambino beva molto, ideale l’acqua ma vanno ben anche i succhi di frutta.
Cosa non fare in caso di febbre estiva:
- Attenzione: gli antibiotici non si somministrano mai senza il parere del medico e mai prima di una approfondita visita pediatrica e di un opportuno esame clinico del paziente. L’antibiotico non cura la febbre!
Non prendete mai l’iniziativa spontanea di somministrare un antibiotico al bambino, potrebbe essere inutile o il medicinale potrebbe non essere quello adatto a risolvere la patologia del piccolo, e potrebbe persino essere dannoso per la salute di vostro figlio.
- Se sospettate una patologia batterica, se la febbre dopo 48 ore non rientra e, malgrado l’uso dei comuni antifebbrili, la temperatura non si normalizza, conducete il bambino dal medico, rivolgetevi alla guardia medica o portate il piccolo in un pronto soccorso pediatrico.
Durante l’episodio febbrile prendete nota del “comportamento della malattia”:
appuntatevi i picchi della febbre, monitorate le reazioni del bambino e osservate eventuali riposte dell’organismo “anomale” (ad esempio diarrea o vomito).
L’osservazione del piccolo paziente vi permetterà di esporre al medico la condizione del bambino con dettagliata attenzione. Ciò è importante, difatti se il dottore ha ben chiari i sintomi e le razioni fisiche del bambino potrà pronunciare la giusta diagnosi con maggiore facilità e più prontamente.