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Se Premi quel Bottone Parte una Scossa Elettrica Dolorosa: Scioccante ma Vero, Ecco chi lo ha Premuto e Perché

di Gioela Saga

28 Luglio 2014

Se premi quel bottone parte una scossa elettrica dolorosa: scioccante ma vero, ecco chi lo ha premuto e perché

Ho letto più di una volta che spesso, oggi come oggi, i bambini sono sovrastimolati.

Cerchiamo, chi più chi meno, di riempire le loro vite con mille attività e impegni, come se ogni lasciata fosse inesorabilmente persa e come se così permettessimo loro di assorbire più esperienze e più dati possibili.

Da mamma ho cercato, da anni, di adottare uno strano passatempo: una volta ogni tanto ci sediamo e non facciamo nulla se non pensare, immaginare. Inoltre trovo molto stimolante che, ogni tanto, i miei figli si mettano alla prova con se stessi e sappiano occupare il tempo in modo autonomo. Vi assicuro che ne emergono attività interessanti e sorprendenti che mai avrebbero sfruttato altrimenti.

La classica frase “ adesso cosa faccio?” è frutto forse di una dose troppo massiccia di attività predeterminate che li lascia svuotati nei momenti di calma e con una sensazione quasi simile ad una nevrosi, un vuoto da compensare assolutamente e che li trova impreparati.

Quest’attitudine si riversa poi anche nella fase adulta, naturalmente.

15 Minuti di Silenzio, Solitudine e Pensieri, Scioccante ma Vero: le Persone Preferiscono una Scossa Elettrica

Secondo una ricerca effettuata da alcuni psicologi dell’Università di Harvard e della Virginia, sembra proprio emergere una tendenza di questo tipo: le persone detestano non fare nulla, guardare il soffitto e ritrovarsi soli a pensare, a tal punto che preferiscono un’alternativa fatta di sofferenza fisica, seppure lieve, a questa sofferenza psicologica.

In ben undici studi separati, il professor Timothy Wilson. che ha capitanato la ricerca, ha constatato infatti un atteggiamento autolesionista piuttosto che di accettazione o magari di sapiente uso del tempo lasciato a disposizione.

I primi test sono stati effettuati su alcuni studenti lasciati da soli in una stanza vuota. Sapevano che l’esperimento poteva durare dai sei ai 15 minuti, dunque un tempo vago ma relativamente breve, avevano l’obbligo solo di non addormentarsi e poi potevano pensare a ciò che volevano.

Vista la grossa difficoltà espressa sono stati aiutati con alcuni suggerimenti su cosa pensare, ma non è cambiato nulla.

I ragazzi si sono detti estremamente a disagio ed è stata per loro un’esperienza negativa.

Si è ripetuto il test nelle loro abitazioni per agevolarli sull’ambiente circostante familiare che potesse metterli a loro agio, anche in questo caso stessi riscontri negativi.

Per studiare gli effetti del disagio, i ricercatori hanno ricreato il test con 100 persone dai 18 ai 77 anni di varie estrazioni sociali e tutti hanno mostrato di non gradire la situazione.

I risultati più incredibili dovevano ancora arrivare…

Per capire se le persone avrebbero preferito qualcosa di brutto piuttosto che il nulla, è stata data l’opportunità, sia agli studenti che al secondo gruppo di persone, di poter schiacciare un bottone e potersi infliggere una leggera scossa elettrica.

Un terzo degli uomini e un quarto delle donne hanno accolto la proposta con sollievo e hanno provveduto a schiacciare il bottone! Alcuni lo hanno fatto più di una volta, un uomo lo ha fatto per ben 190 volte nel corso di 15 minuti, piuttosto che lasciare la mente libera dal pensiero incondizionato!

Forse fa parte anche della nostra natura umana ma abituarsi alla meditazione, al pensiero solitario, piuttosto che agire ad ogni costo, anche a quello di farsi male, potrebbe essere un gradino in più nella nostra evoluzione!

Fonte: The Guardian



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