È tempo di esami, è tempo di verifiche ed è anche tempo di delusioni scolastiche.
Molti ragazzi vivono con apprensione il mese di giugno, i meno preparati attendono ansiosi gli scrutini di fine anno, intimoriti dall’opportunità di dover ripetere l’anno.
Eh già, perché la bocciatura, salvo rarissimi casi, non può di certo definirsi imprevedibile: voti che non superano la sufficienza, lacune mai colmate, numerose assenze e poca propensione allo studio sono fattori che di certo non passano inosservati, soprattutto agli occhi dello studente prossimo alla bocciatura, nonché a quelli dei suoi genitori.
Eppure c’è sempre chi spera in un “miracolo”… o chi reagisce in modo spropositato.
È di questi giorni la notizia tutta italiana di due genitori che hanno aggredito la vicepreside di un istituto scolastico di Cosenza perché delusi dalla bocciatura della propria figlia 14enne.
L’incresciosa quanto degradante vicenda, come riportato dall’agenzia stampa Adnkronos, si è svolta martedì mattina nel liceo Telesio di Cosenza, la vittima Rosanna Gallucci, vicepreside e docente.
I fatti.
Secondo una prima ricostruzione fatta dagli inquirenti, i genitori della studentessa si erano recati presso la scuola chiedendo un colloquio con il preside. In assenza di quest’ultimo, impegnato per gli esami di stato, i due sono stati successivamente accolti dalla vicepreside.
Il colloquio, divenuto subito un acceso diverbio, è poi degenerato in una violenta lite.
Mentre la donna, madre della 14enne che dovrà ripetere l’anno scolastico, colpiva ripetutamente la professoressa Gallucci con calci e pugni, l’uomo faceva da “palo” restando sull’uscio della porta, bloccando così l’accesso alla stanza.
Le urla della vittima hanno allertato un’altra insegnate che purtroppo non è riuscita a liberarla dai colpi violenti inferti dalla madre della studentessa, bloccata solo dall’intervento tempestivo dei carabinieri.
I genitori dovranno ora rispondere dell’accusa di aggressione, lesioni personali e violenza a pubblico ufficiale mentre la professoressa, trasportata d’urgenza in ospedale, ha ricevuto una prognosi di 25 giorni.
Raggiunto ed intervistato dal “Corriere della Sera”, il preside del liceo Telesio, Antonio Iaconianni, ha dichiarato che il percorso scolastico della ragazza si è dimostrato essere “abbastanza travagliato” e gli stessi genitori, in particolar modo il padre, erano stati preventivamente informati, nei primi giorni di giugno, delle eccessive insufficienze della figlia, segno di un’imminente bocciatura.
Ancor più sconcertante è stata la reazione della ragazza.
“Il vero problema – racconta il preside al Corriere della Sera – è che noi ci aspettavamo che la ragazza prendesse le distanze, e invece ha iniziato anche lei a minacciare attraverso Facebook. Stiamo stampando i suoi post e valutando se denunciarla: intanto abbiamo rafforzato le misure di sicurezza, chiuso i cancelli durante gli esami, fatto entrare i professori uno a uno attraverso la segreteria”.
Un episodio inquietante che mostra i chiari sintomi di una società malata e sempre più al limite, una società rabbiosa, pronta ad esplodere nel modo più inaspettato, una società che riversa le proprie frustrazioni sui più deboli e i più indifesi.
Una società che rinnega l’educazione ed il rispetto verso gli altri anteponendo ad essi la prepotenza, il disprezzo e l’arroganza.