Una storia Zen racconta che un ricco uomo chiese al maestro Sengai di scrivere un pensiero sulla prosperità.
Sengai allora prese un foglio e scrisse: “Muore il padre, muore il figlio, muore il nipote”.
Il ricco uomo allora si indispettì, perché aveva chiesto una preghiera di felicità, e il maestro rispose:
“Se prima che tu muoia dovesse morire tuo figlio, per te sarebbe un grande dolore. Se tuo nipote morisse prima di tuo figlio, ne avreste entrambi il cuore spezzato. Se la tua famiglia, di generazione in generazione, muore nell’ordine che ho detto, sara` il corso naturale della vita. Questa per me e` la vera prosperita`”.
Purtroppo le storie umane ci raccontano di tragedie come quella che ha vissuto l’anno scorso Andrea A., 39 anni di Piacenza, che dimenticò il 4 giugno 2013 il suo piccolo bambino Luca, di due anni in auto per alcune ore.
L’auto divenne rovente e il bimbo non ebbe scampo.
Un black out nella mente di Andrea, doveva portarlo al nido e invece nella loro vita è calata la tragedia peggiore: perdere un figlio.
Oggi, a neanche un anno di distanza da quell’incredibile dramma Andrea ha voluto fare un gesto onorevole, che è in qualche modo legato alla scomparsa del figlio.
Ha donato un defibrillatore alla sua città, e l’amministrazione lo ha posto nei giardini dove Luca giocava spesso.
Inoltre insieme alla moglie Paola sta agendo per far si che venga emanato un provvedimento di legge che renda obbligatorio un sistema anti-abbandono nei sedili delle auto, una sorta di allarme che può salvare la vita ad altri bambini.
Nella speranza che la sua tragedia non capiti più a nessun genitore.
fonte: tgcom