E’ proprio il giornale locale di Nottingham , nel Regno Unito, a riportare la tragica notizia della morte della piccola Alyssa Rose Legg, dopo solo sette giorni di vita.
Una tragedia già di per se’ ma resa ancora più cupa dalle evidenze che sono emerse a seguito del decesso.
Karen Legg, 37 anni e suo marito Sion, 30, erano riusciti finalmente a concepire la bimba dopo 9 anni di strenui tentativi, dopo 4 diversi trattamenti di inseminazione artificiali non andati a buon fine. Un iter lungo, tenace e che li aveva sfiniti sotto tutti i punti di vista.
La gioia di aspettare Alyssa li aveva ripagati di tutto: una gravidanza tutto sommato tranquilla e la certezza che la bimba stesse bene. Il peso era giusto e gli esami di routine non avevano evidenziato nessuna anomalia.
Come riportato dal giornale, la signora Legg si è recata in ospedale il 9 luglio scorso pensando di aver rotto le acque ma è stata rimandata a casa, le hanno detto di ritornare il giorno dopo per vedere come proseguisse il travaglio ed eventualmente procedere con un’induzione.
Quando è ritornata è stata monitorata e alle 4.10 del giorno successivo ha rotto le acque. Il dottore di guardia, secondo le prove acquisite, deve aver notato un’attività sospetta nel monitor ma non ha ritenuto di procedere in alcun modo.
Quando vi è stato un cambio di turno, il dottore successivo ha controllato i parametri vitali e ha capito la gravità della situazione e ha predisposto subito un cesareo d’urgenza.
Alyssa è rimasta senza ossigeno per parecchio tempo e a seguito di questa situazione ha avuto un cedimento degli organi vitali. Malgrado i numerosi sforzi di tutta l’équipe, la piccola ha lottato, ma, purtroppo, è morta sette giorni dopo.
Il verdetto del coroner Heidi Connor riportato ed emesso pochi giorni fa è stato chiaro: “Se solo il cesareo fosse stato fatto 18 minuti prima, Alyssa poteva farcela!” “E’ stato un errore umano..è morta dopo che l’ultima parte del travaglio della madre non è stata gestita in modo adeguato.”
La signora Legg sottolinea anche che la sua avrebbe dovuto essere trattata come una gravidanza a rischio soffrendo lei di endometriosi, la data presunta del parto era passata da dieci giorni ed inoltre il colore del liquido amniotico era torbido.
Nel frattempo, anche se un portavoce dell’ospedale ha fatto delle scuse formali, non è stato preso nessun provvedimento per il medico implicato e un portavoce del Nottingham University Hospitals Trust avrebbe detto:
“E’ stato un singolo incidente che non significa che il dottore possa rappresentare un pericolo perciò non sono state intraprese ulteriori formali azioni disciplinari.”
Fonte: Nottinghampost