Per alcuni bambini il momento del risveglio è paragonabile, in termini di “ansia”, a quello della ninna:
ci sono bimbi che non accettano di buon grado “le regole dell’addormentamento” e, quando si fa sera, non vogliono mai andare a letto; allo stesso modo ci sono bambini che fanno molta fatica a risvegliarsi e, al mattino, manifestano diverse difficoltà a lasciare il caldo abbraccio delle lenzuola.
L’interruzione del sonno può essere per il bambino piccolo un evento traumatico, non positivo e non ben tollerato; quando il bambino reagisce male al risveglio il rischio è che si carichi di una tensione negativa talvolta difficile da smaltire e gestire nel corso della giornata (o più probabilmente della mattinata).
La difficoltà a lasciare il letto ed a rinunciare al sonno è soggettiva, ci sono bimbi che non incorrono mai o quasi mai in questa difficoltà ed altri che, invece, la provano molto di frequente.
Molte mamme si interrogano sul peso che la scuola (dal nido alle primissime classi delle elementari) esercita sul bambino piccolo: “e se mio figlio faticasse a svegliarsi perché è stanco?”.
Un bambino “dormiglione” (o meglio un bimbo che spesso o sempre fa fatica a lasciare il letto ed i suoi sogni) difficilmente vive l’ “ansia da risveglio” semplicemente perché è stanco.
E’ possibile che un bambino sia stanco tutte le mattine? Probabilmente ciò non è plausibile ed è più facile che il piccolo necessiti di una tecnica di risveglio più dolce e più rispondente alle sue personali esigenze.
Va detto anche che la tensione del risveglio è normalmente indipendente dal rapporto che il bambino ha con la scuola.
Alcuni bambini “dormiglioni” sono scolari perfetti;
assai spesso, pur dopo aver fatto molti capricci nei minuti immediatamente successivi al risveglio, questi cuccioli sono bimbi allegri, vivaci e aperti alle nuove esperienze della vita; frequentemente il “nervosismo” anche acuto (e seppure sfociato nel pianto) dopo 15\20 minuti dal risveglio sparisce e la giornata incomincia “normalmente” e senza strascichi di tensione.
Ma allora perché alcuni bimbi vogliono restare a sonnecchiare e perché le mamme faticano tanto a tirarli giù dal letto?
L’abbraccio del letto è caldo e confortante e piace a tutti, anche a noi adulti.
I bambini, diversamente dai grandi, non riescono a discernere bene e con immediatezza il sonno dalla realtà. Perciò spesso vivano con intensità ciò che stanno sognando e l’interruzione del sonno viene percepita come un evento “pesante”, come la rinuncia a qualche cosa di cui stavano godendo.
Ecco perché l’interruzione “netta e rigida” del sonno dei bambini può influire negativamente sul loro stato d’animo.
Inoltre i bambini molto piccoli non hanno ancora affinato il senso del tempo e spesso pretendono dagli adulti una flessibilità oraria a cui i genitori, legati agli impegni quotidiani e agli appuntamenti di lavoro, non possono cedere.
Se il tuo bambino manifesta difficoltà a svegliarsi, prova a costruire con lui un rituale del risveglio che risponda alle sue specifiche esigenze e richieste.
I bambini che faticano a risvegliarsi hanno bisogno di un rituale del risveglio più quieto, amorevole e paziente.
Regola n° 1 TEMPO
Il risveglio dei bambini “dormiglioni” richiede più tempo, perciò la prima regola è svegliare il bambino con un buon anticipo in modo da non subire l’ansia dei minuti che passano senza riuscire a tirare il piccolo giù dal letto.
Regola n° 2 CALMA
Mamma e papà debbono tener presente che il loro stato d’animo si riverbera sempre sui bambini, anche nelle cose più piccole e quotidiane.
Se approcci al risveglio di tuo figlio con ansia, di fretta perché già si sta facendo tardi o con la paura che si alzi piangendo, tu (come genitore) rischi già di trasmettere al bambino una sensazione negativa non proficua né vantaggiosa.
Il genitore che sveglia il bimbo deve farlo con serenità ponendosi un obiettivo chiaro: non è importante il singolo risveglio ma la tecnica con cui si abitua il bimbo ad alzarsi. E quindi mamma e papà non hanno il compito di portare il bimbo a scuola lavato e vestito in quella specifica mattina, hanno, piuttosto, il dovere di comprendere come al piccolo piaccia svegliarsi!
E’ importante, anzi fondamentale, scoprire come al bimbo piace svegliarsi e applicare con regolarità la tecnica che gli consente di aprire gli occhietti serenamente.
Regola n° 3 INDIVIDUARE LA GIUSTA COCCOLA MATTUTINA
Ci sono bambini che richiedono molte coccole per alzarsi col sorriso.
Hai mai provato ad accarezzare tuo figlio portando la tua mano sulla sua schiena e sul suo pancino?
Porta la tua mano sotto il pigiama e accarezza il bimbo dolcemente, realizza un contatto pelle a pelle. Il contatto diretto tra il corpo del piccolo e la pelle della tua mano rappresenterà una coccola vera e viva. Il bimbo percepirà questa carezza come esterna al sonno e l’avvertirà come un richiamo alla realtà ma al contempo non rappresenterà una traumatica interruzione della beatitudine del riposo.
Mentre accarezzi il bambino, con voce d
elicata parlagli.
Attenzione: non suggerire al bambino che si sta svegliando già le cose concrete da fare.
<<Alzati devi andare a scuola; io devo andare a lavoro; papa deve andare in ufficio>>, non sono certamente queste le frasi migliori per incominciare una giornata felice!
Affermazioni simili, dette al bimbo mentre si sta svegliando, non aiutano il piccolo a rilassarsi sotto le tue carezze, non lo invogliano ad affidarsi alle coccole della mamma ed anzi, all’opposto, possono determinare ansia e stress.
Quando accarezzi il tuo bimbo ancora addormentato, raccontagli di cose belle o buone che sai essere per lui gradevoli o affascinanti.
<<Ti ricordi la vetrina del negozio della cioccolata … magari oggi, passando di lì, vediamo esposta qualche nuova deliziosa caramella ….>>
<<A danza ti ho vista ballare su quella musica che faceva così … ti sei divertita … sei stata tanto brava … vorresti ballare con me ?…>>
Regola n° 4 NON ACCENDETE MAI LA TELEVISIONE, NON ACCENDETE MAI LA LUCE ELETTRICA E NON TIRATE MAI SU LA TAPPARELLA PER SVEGLIARE IL BAMBINO CON LA LUCE ESTERNA O CON I SUONI DELLA STRADA
Rumori forti o luci intense possono interferire non positivamente col sonno del bambino e questo può facilmente essere per il piccolo motivo di nervosismo, ansia e stress.
Le prime fasi del risveglio debbono avvenire in penombra e la voce del genitore da sola basta a richiamare il bambino alla realtà. Potete scegliere di mettere un po’ di musica ma il suono che raggiunge l’orecchio del bambino deve necessariamente essere dolce e delicato, optate per la musica classica o comunque per una musica molto molto dolce.
Regola n° 5 RIPETETE SEMPRE LE STESSE AZIONI
Stabilito un vostro rituale seguitelo sempre e ripetete con sistematicità tutte le azioni che confortano il bambino.
Per esempio coccole + canzoncina; pantofoline con massaggino ai piedini; pipì appena alzato; colazione e dopo in bagno a lavarsi. Se un dato schema funziona esso va sempre ripetuto con sistematicità.
Raccontare una favola o cantare una canzoncina può aiutare il piccolo a svegliarsi serenamente; alcuni bimbi amano essere baciati sulla fronte, sulle manine o sui piedini; altri bimbi adorno il solletico.
Inizialmente il compito del genitore è quello di sperimentare il risveglio migliore per il bimbo; questo iter di sperimentazione potrebbe essere lungo e anche non facile; potreste incorrere ancora in episodi di nervosismo o pianto. E’ importante, però, non demordere!
Lo scopo ultimo del genitore che ha un bimbo “dormiglione” deve essere quello di costruire un rapporto di intimità col bambino anche all’atto del risveglio e per farlo è essenziale identificare cosa piace al piccolo e ripeterlo sempre una volta scoperto.