Jess Astill, 22 anni, ha partorito nel luglio 2011 una bellissima bambina, Cassandra, sana e di circa 2 chili e mezzo, nulla di strano se non fosse che Jess ha lottato per più di dieci anni con l’anoressia.
Rimanere incinta è stato per lei un doppio miracolo a cui deve anche la sua personale salvezza.
Quando ha scoperto di aspettare Cassandra, che adesso ha due anni, Jess pesava solo poco più di 32 chili, un’impressionante magrezza che coincideva anche con una serie di problemi fisici gravissimi e al limite della tolleranza umana.
Sapere di essere rimasta incinta ha dato a Jess la scossa determinante per battere l’anoressia.
“Il mio primo pensiero è stato: cosa ho fatto? Mi si spezzava il cuore a pensare di potere fare del male non solo a me stessa ma anche alla mia bambina, lei non aveva deciso di stare male come avevo fatto io, io non potevo permettere che si ammalasse e fosse colpa mia!”
“Dal primo istante in cui ho davvero realizzato di aspettare un bambino, ho iniziato a prendermene cura con tutto il mio cuore e significava anche prendersi cura di me.”
I dottori inizialmente le hanno pronosticato un aborto spontaneo pressoché inevitabile viste le sue condizioni, la possibilità che, in quelle condizioni, potesse anche avere una forza tale da sconfiggere la malattia erano minime.
Anche solo concepire rappresentava un’eccezione, perché, normalmente, le donne che soffrono di anoressia non hanno neppure delle mestruazioni: il corpo non sarebbe in grado di sopportare una gravidanza, dunque è una reazione spontanea del corpo e anche quando il ciclo si presenta, in realtà, non vi è, nella maggior parte dei casi, ovulazione.
Inoltre, gli ormoni che permettono la gravidanza, l’ovulazione e il proseguimento della gravidanza, nei casi di anoressia, non vengono prodotti o non a sufficienza; l’ormone estrogeno infatti viene prodotto nel tessuto adiposo e un basso peso corporeo significa che l’ormone non è in grado di funzionare correttamente.
Durante la gravidanza inoltre, il rivestimento uterino è così sottile che spessissimo si presentano aborti spontanei.
Forse ciò che più ha aiutato Jess è stata la sua giovane età che coincide con una maggiore fertilità.
Oggi invece a dispetto di tutto e tutti, la piccola Cassandra può abbracciare la sua mamma e il suo papà, Alan Foster di 32 anni, gessista, e può ben essere fiera di aver dato anche lei alla sua mamma la possibilità di vivere e non solo viceversa!
Jess soffriva di anoressia dall’infanzia.
A soli nove anni è stata ricoverata in ospedale per tre mesi perché non mangiava più e il suo peso era drasticamente diminuito.
“Mia mamma combatteva con l’anoressia e osservandola pensavo che fosse normale per gli adulti, crescendo, trovare sempre nuove scuse per non mangiare. Non facevamo pasti regolari a casa. Anche se i miei genitori erano preoccupati per me, non mangiare era per me una sfida troppo importante per poterla perdere.”
“Stare in ospedale è stato terribile, non c’erano altri bambini della mia età e mi sentivo completamente sola.
Quando sono cresciuta, i miei amici hanno iniziato a passare del tempo insieme dopo la scuola ma il mio disturbo alimentare, per il quale avevo continui appuntamenti con i dottori, non mi consentiva di frequentare nessuno e questo acuiva i miei problemi in un circolo vizioso.”
“Volevo essere normale ma non sapevo come fare.”
Jess ha incontrato Alan quando aveva 17 anni e, all’inizio, la loro storia d’amore sembrava poter aiutarla a liberarsi per sempre del suo fantasma.
“Ero finalmente in grado di cominciare una nuova vita. Quando ho ricominciato a mangiare ho riacquistato energia e fiducia. Mi ero sempre sentita fuori posto e invece per la prima volta mi sentivo bene con me stessa!”
Quando finalmente raggiunge il peso di 45 chili viene colpita dal divorzio dei suoi genitori nel 2011. La madre si trasferisce con il fratellino più piccolo e non si vedono con Jess per un paio di anni.
“Parlavo con lei dei miei problemi con il cibo perché ne aveva sofferto anche lei ma quando ero con mio padre non pensavo che lui mi avrebbe capito dunque non dicevo nulla.”
“Ho cominciato di nuovo a saltare i pasti e Alan iniziava a notare qualcosa ma conoscevo tanti bei trucchi che avevo affinato con l’esperienza della malattia.”
Alcuni mesi dopo Jess viene ricoverata in ospedale e messa sotto flebo.
“Mi hanno fatto tanti test e quando mi hanno detto che ero incinta non riuscivo a crederci, ho sempre avuto mestruazioni irregolari a causa dei miei problemi di alimentazione e mi avevano detto che per lo stesso motivo era difficile che riuscissi a concepire. Non potevo però pensare che mia figlia potesse mai nascere con dei problemi a causa mia!”
Jess, allora 19 enne, decide di sottoporsi ad una dieta ipercalorica per guadagnare peso in modo da poter proseguire la gravidanza e ridurre al minimo il rischio di aborto.
“Quando ero piccola ho iniziato a soffrire di anoressia perché già mia madre ne soffriva, ora sono determinate a rimanere sana per permettere anche a mia figlia di esserlo. Sono stata fortunata e non voglio che Cassandra si possa ammalare come me.”
Fonte: Dailymail