Stendere i panni potrebbe sembrare un’operazione banale e che non richiede particolari attenzioni. Eppure, saperlo fare in maniera corretta, facilita l’operazione successiva dello stirare perché lo stendere in modo appropriato evita il formarsi di pieghe o i segni delle mollette sugli indumenti (difficili poi da appianare o eliminare con il ferro da stiro) e, in molti casi, permette anche di non dover stirare affatto.
Molti capi, infatti, se ben stesi, possono fare a meno della stiratura, e un minor utilizzo del ferro da stiro si traduce in un notevole risparmio in termini di consumi energetici ed in una migliore organizzazione del tempo che può così essere dedicato agli altri lavori domestici o ad attività sicuramente più piacevoli.
La prima regola da osservare è quella di stendere immediatamente la biancheria appena lavata.
I panni lasciati per lungo tempo in lavatrice, non solo sprigioneranno un cattivo odore, ma formeranno anche delle pieghe, difficili da eliminare senza l’uso del ferro da stiro.
Seconda regola: prima di stendere il bucato scuotete con forza i panni, in modo tale da eliminare ogni residuo di acqua ed appianare le varie pieghe.
Come regola generale vale quella di stendere il bucato a testa in giù (con qualche eccezione) e dal rovescio. Ma vediamo, nel dettaglio, come si stendono correttamente i diversi panni.
Pantaloni. Si stendonoall’altezza della vita, a cavallo del filo, fissandoli in più parti in posti poco visibili (come ad esempio sulle cuciture).
Gonne. Vale la stessa regola dei pantaloni.
Camicie. Si stendonoa testa in giù, abbottonate, applicando le mollette sulle cuciture laterali. In alternativa, possono essere stese direttamente sulle grucce, allacciando i bottoni e stirando bene con le mani il tessuto bagnato.
Maglioni, felpe. Non vanno mai stesi (si deformano), ma appoggiati in posizione orizzontale sullo stendino o distesi su un piano con un asciugamano sotto. Devono essere posti ad asciugare all’ombra e dal rovescio.
Lenzuola, federe, asciugamani, tovaglie, asciuga piatti. Si appendono, ben tirati, per le estremità (sulla parte dura della cucitura) con tante mollette, anche su due fili, formando una specie di sacco.
Tovaglioli, fazzoletti. Si stendono aperti con due mollette. Se pinzati con una molletta ad una sola delle estremità il rischio è quello di deformarli.
Magliette, maglie, canottiere. Si stendono, dal rovescio, appese dalle ascelle, mettendo le mollette nel punto più nascosto, le cuciture. Se appese allo stendino non è necessario pinzarle.
Vestiti. Si stendono sotto l’ascella, come le magliette.
Calze e calzini. Si stendono con la molletta attaccata sulla cucitura del piede, sempre nel punto meno visibile.
Slip e mutande. Si appendono dalla vita, lungo le cuciture laterali.
Tende. Non si stendono: si appendono direttamente alla zineffa ancora umide. Si stireranno da sole.
Capi in seta. Si stendono all’ombra e si raccolgono ancora umidi, stirandoli subito dopo a ferro tiepido.
Consigli finali
1. Non lasciate per troppo tempo la biancheria stesa all’aria, ritiratela subito, appena asciutta.
2. Gli indumenti colorati non devono essere esposti al sole diretto (potrebbe alterarsi il colore), ma all’ombra e vanno comunque sempre stesi dal rovescio.
3. Se si usa lo stendibiancheria in casa, le mollette possono anche non essere messe, tranne nei casi necessari.
4. Non stendete vicini i panni che tendono a stingere.
5. Non sovrapponete i capi da asciugare, stendeteli ben distanziati tra loro.
6. Fate attenzione al tipo di mollette che utilizzate: soprattutto in estate, quelle di plastica tendono ad impregnarsi del colore del capo che sorreggono, danneggiandolo; mentre le mollette di legno, con l’umidità e con il tempo, tendono a marcire, con il rischio di sporcare irreversibilmente il bucato.
7. Consultate i simboli relativi all’asciugatura presenti sulle etichette dei capi.
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