Il fatto in sé non né nuovo, risale all’aprile 2011, ma ogni tanto rimbalza nuovamente alle cronache e merita di trovarvi sempre spazio, affinché ciò che è accaduto possa farci riflettere.
Jersey-Lou Perry aveva quattro anni ed era seduta inerme ed innocente, come qualsiasi bambino, sul seggiolino dell’auto del papà Kyle Perry la cui unica “colpa” è stata quella di chiedere ad un gruppo di adolescenti di smetterla di tirare pallonate alle automobili che stavano passando, tra cui la sua.
Ecco che la piccola banda di giovani teppisti, una quindicina di minorenni, sentendosi disturbata, è entrata in azione.
Forti della logica del branco, hanno deliberatamente preso un mattone dal muro di una casa e lo hanno scagliato contro il finestrino dell’auto, proprio dove era visibilmente seduta la bimba.
Alcuni pezzi di vetro hanno immediatamente colpito al viso la bimba, tra lo sguardo atterrito della compagna di Kyle e l’altra figlia.
La piccola Jersey-Lou se l’è cavata con due denti e il naso rotto, contusioni, lesioni e una ferita non facilmente rimarginabile nell’anima …
… per ore non è neppure riuscita a parlare, per mesi non è più riuscita a dormire una notte intera e poteva anche andare peggio…
Eppure i bulli, solo di qualche anno più giovani del padre 23enne, hanno compiuto un’azione vigliacca, di cui fa male solo scrivere. Una furia cieca, ingiustificabile che ci dà da pensare sul modello di società che si va formando.
E’ inutile che puntiamo il dito, perché la responsabilità è non solo dei genitori di quei ragazzi ma comunitaria.
Un branco di balordi che non trova nient’altro di meglio da fare che prendere a pallonate le macchine, per poi prendersela se il loro gioco, insensato e pericoloso, viene interrotto, colpendo una bimba di 4 anni senza assolutamente nessuna colpa e nessun motivo, se mai ce ne potesse essere uno!!
Come è possibile che ci sia una masnada di giovani là fuori con dei disvalori così ben radicati?
C’è anche da sottolineare che nessuno dei numerosi testimoni “adulti” si è fatto avanti per supportare la denuncia del padre e tanto meno le famiglie dei giovinastri si sono fatte sentire, ed è difficile pensare che siano state all’oscuro di tutto l’accaduto!
Nessuna vergogna? Nessun senso di colpa?
Da mamma, mi fa rabbrividire pensare che esitano genitori così e di conseguenza figli di questo tipo, che per ingannare un pomeriggio forse non si farebbero scrupolo di fare altrettanto con anziani, disabili o i loro stessi genitori, se li trovassero mai indifesi.
C’è da chiedersi perché molti ragazzi si rifugiano in mondi virtuali e altri ancora in mondi senza nessuna regola che farebbero impallidire persino gli stessi animali a cui ingiustamente sono paragonati.
Il fautore del gesto Kallan Richardson, 17enne all’epoca del fatto, è stato poi riconosciuto, processato e condannato a 12 mesi di carcere minorile.
Si è detto pentito e pieno di rimorsi, la madre si è detta terribilmente dispiaciuta ma ha sostenuto che il figlio non è un mostro: avrà avuto tempo di riflettere ma la violenza sui minori è un fatto esecrabile che deve sempre essere punito e non può avere nessuna attenuante.
Fonte: The Sun