Amanda Knox tornerà in Italia e andrà in carcere, come lei verrà ricondotto in cella Raffaele Sollecito, Rudy Guedè invece verrà liberto.
Questo scenario non solo è plausibile ma pare la normale conseguenza dell’ultima sentenza sul caso Merz, in pochi credono che la Cassazione possa ribaltare nuovamente la pronuncia della Corte d’Assise d’Appello di Firenze.
Amanda Knox Tornerà in Italia e Andrà in Carcere
Amanda Knox, “la sua estradizione è possibile”. A dirlo senza troppi mezzi termini è Christopher Blakesley, uno dei massimi esperti di diritto penale negli Stati Uniti.
All’indomani della sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Firenze, Giovanna Botteri, celebre inviata Rai negli USA, disse qualche cosa di analogo sottolineando che Amanda era corsa alla CNN per piangere tutte le sue lacrime.
La Knox usa anche i social per ritornare ad urlare la sua innocenza ma la legge dice qualche cosa di diverso e anche il giudizio popolare non pare essere favorevole ad Amanda:
Perugia attraverso i social network ha letteralmente urlato il suo dissenso e la sua disapprovazione verso Amanda (leggi anche: l’Urlo di Perugia – su Facebook una pagina contro la Knox a protestare sono i perugini).
Lyle Kercher, il fratello di Meredith, chiede, attraverso la stampa, che le autorità americane si facciano carico di garantire Amanda alla giustizia.
<<Gli assassini (dichiarati tali dalla legge) devono stare in carcere!Perché Amanda e Raffaele, dopo il pronunciamento della Corte d’Assise d’Appello di Firenze sono ancora a piede libero?>>
Questa è la domanda che si pongono tutti. La risposta (che forse svela delle falle nella legislazione italiana) non è così semplice né è intuitiva (qualcuno potrebbe persino dire che la reazione della legge alla condanna di Amanda e Raffaele non rende piena giustizia a Mez).
Meredith, Mez per gli amici e i familiari: l’opinione pubblica la ricorda “cadavere”.
Nell’immaginario di tutti lei è la studentessa sgozzata a Perugia e fotografata morta sotto una coperta. La foto del cadavere di Mez coperto da un piumino grigio ha fatto il giro del mondo.
Ha impietosito e commosso quella coperta distesa dagli assassini sul corpo della vittima.
Chi ha ucciso Meredith ne ha nascosto così il cadavere forse per coprire l’orrore del delitto o forse come ultimo ed inutile gesto di pietà.
Meredith sarebbe stata uccisa per noia, secondo la Corte d’Assise d’Appello di Firenze gli assassini di Mez sono arrivati al delitto in conseguenza dell’eccitazione “deviata” di una serata tra ragazzi.
In pratica quello che è accaduto quella notte lo sanno solo i protagonisti che la legge ha individuato in Amanda, Raffaele e Rudy.
Rudy è al momento l’unico condannato detenuto.
La condanna che lo ha condotto in carcere ricostruisce il delitto partendo da una violenza sessuale: Rudy avrebbe violato Mez e poi l’avrebbe uccisa insieme a Raffaele ed Amanda.
Rudy si è da sempre dichiarato innocente.
Originario della Costa d’avorio Guede arrivò in Italia all’età di 6 anni, era da solo con suo padre perché la madre era rimasta nella terra natia. Quando il padre si trovò costretto ad affrontare diversi spostamenti per l’Italia alla ricerca del lavoro (faceva il muratore) Rudy, dietro l’interessamento dei servizi sociali, fu dato in affido. A 18 anni il ragazzo si trasferì da Perugia a Lecco e poi a Milano inseguendo la passione del basket. Guede fece ritorno a Perugia circa due anni prima del delitto di Meredith. Poi la notte “maledetta” tra l’1 e il 2 novembre 2007 quando Mez morì.
Ma come ricostruisce Guede quella notte?
Rudy giura di aver fatto l’amore con Mez consensualmente.
Dopo il rapporto intimo Guede sarebbe andato in bagno e da lì avrebbe udito le urla della ragazza, subito si sarebbe precipitato nella stanza e trovandola già riversa in una pozza di sangue avrebbe inutilmente tentato di soccorrerla e rianimarla. Capendo che Meredith era morta, il giovane scioccato sarebbe fuggito.
Sulla verosimiglianza di questa ricostruzione i giudici hanno avanzato numerosissimi dubbi al punto da incriminare e condannare Guede.
Questa ricostruzione però spiegherebbe, secondo i difensori del giovane, sia le tracce biologiche di Rudy, presenti ovunque sulla scena del crimine, sia la sua fuga rocambolesca.
Amanda invece come ricostruisce quella notte?
Amanda continua a sostenere di non avere impugnato il coltello che ha ucciso Mez, di averla sentita urlare mentre era in cucina e di essersi coperta le orecchie con le mani come un bambina spaventata.
Ma i “ma” sono molti e pesanti:
- perché Amanda chiamò in causa Patrick Lumumba, incarcerato da innocente per 14 giorni a causa dell’infamante accusa della studentessa?
- Perché sul coltello del delitto le tracce di Mez si mischiano a quelle di Amanda?
- L’impronta genetica della Knox era sul manico dell’arma del delitto solo perché lo stesso coltello fu utilizzato per tagliare le patate? L’alibi delle patate è quello da sempre addotto da Amanda e dai suoi legali, ma è plausibile?
E Raffaele Sollecito?
Una delle prove decisive contro Sollecito fu nel primo processo l’impronta insanguinata del suo piede impressa sul tappetino del bagno.
Nel processo d’appello quell’impronta fu messa in discussione, si disse che poteva non essere di Sollecito e venne attribuita anche a Guede col beneficio del dubbio.
Adesso pare stabilito che Rudy avesse le scarpe, lo dimostrerebbero altre impronte sulla scena del crimine, così la traccia insanguinata torna ad essere attribuita a Raffaele.
Ma perché Rudy Guede è in carcere mentre Amanda e Raffaele sono a piede libero?
Dopo la pronuncia della Corte d’Assise d’Appello di Firenze è stato annunciato il ricorso in Cassazione, nelle more del ricorso si applica al condannato Raffaele Sollecito solo la misura cautelare del ritiro del passaporto, ciò per evitare che lasci il paese.
Subito dopo la sentenza Sollecito è stato fermato ad Udine, ad una sessantina di chilometri dal confine austriaco ed a una quarantina di chilometri dalla Slovenia.
Prima della pronuncia della Corte d’Assise d’Appello di Firenze Sollecito era un uomo libero, dichiarato innocente in appello e quindi legalmente in possesso di un passaporto e legalmente libero di spostarsi oltreconfine.
Sollecito anziché attendere la pronuncia della Corte in aula, verso le 12:00 del giorno della sentenza è partito con la nuova fidanzata ed è arrivato ad Udine. Al calare della notte, mentre imperversava una tempesta di neve, i due si sono rifugiati in un albergo, il titolare ha identificato il suo ospite tramite l’accertamento dei documenti ed ha allertato la polizia che prontamente è arrivata in hotel per ritirare il passaporto di Raffaele, come disponeva la sentenza appena pronunciata dalla Corte d’Assise d’Appello di Firenze.
Sollecito fa sapere alla stampa che non intendeva fuggire.
Se l’uomo comune si domanda che ci facesse Raffaele ad Udine proprio poche ore dopo il pronunciamento della sua condanna, a discolpa di Sollecito, e questo si deve sottolineare, va detto che è un giovane uomo che semplicemente potrebbe essere stato sopraffatto dalla paura e dall’angoscia. Di fatto sino ad oggi Sollecito non ha mai lasciato pensare di voler apertamente eludere i canali della giustizia, piuttosto la sua è stata un’aperta difesa in aula.
Amanda, invece, non è stata raggiunta da nessuna misura cautelare. La giovane arrivò l’America dopo l’assoluzione e da libera cittadina. Ora se e quando la sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Firenze verrà confermata in Cassazione l’America dovrebbe estradare Amanda per rimetterla nelle mani della giustizia italiana.
Inizialmente l’opinione pubblica americana appoggiò molto la Knox, durante le prime fasi del processo l’America si strinse intorno alla sua concittadina perché il popolo americano ne percepiva l’innocenza. Oggi dalla stampa USA emerge una rinnovata e diversa opinione di Amanda e tutto fa pensare che l’estradizione sia più che possibile.
Amanda non sarebbe stata raggiunta da alcuna misura cautelare perché pare che i giudici non la ritengano a “rischio fuga”, nulla fa pensare che la Knox possa scappare dall’America.
L’America è legata all’Italia da accordi sanciti in nome del diritto internazionale, a norma di tali patti e quindi ai sensi di legge, se la Cassazione confermerà il verdetto di colpevolezza Amanda dovrà tornare in Italia. Nulla fa pensare che le autorità americane potrebbero opporsi a questa estradizione.
Rudy Guede è l’unico condannato al moment in carcere.
La sua detenzione fu confermata dopo il processo con rito abbreviato scelto dalla difesa del ragazzo e la condanna fu pari a 16 anni di galera (ovviamente considerato lo sconto di pena determinato dalla scelta del rito abbreviato).
Non tutti sanno che mentre le porte del carcere potrebbero prossimamente aprirsi per Amanda e Raffaele, per Rudy, invece, è vicina la “libertà” .
Grazie al decreto svuota carceri, approvato in Parlamento lo scorso dicembre, Rudy potrebbe lasciare il penitenziario dov’è rinchiuso. Guede rientra infatti tra i 3mila detenuti che beneficeranno delle norme “svuota carceri”.
Il delitto di Merz è stato uno dei casi di cronaca più violenti, complessi e discussi degli ultimi anni.
Ripercorrendo la vicenda giudiziaria appare chiaro che la ricostruzione investigativa è stata compiuta attraverso un’analisi delle prove e degli indizi quantomeno non univoca.
Ma è possibile che Merz debba riposare in pace senza che la famiglia abbia il conforto della giustizia o quanto meno l’idea stabile e ragionevole che giustizia sia stata fatta?