Da ieri girava in rete una foto di un bambino “perso” nel deserto, alla ricerca della sua famiglia, in fuga dalla guerra in Siria.
La foto era stata pubblicata insieme ad un tweet della reporter e anchor woman della CNN Hala Gorani, che raccontava di come volontari di un‘organizzazione umanitaria avessero scorto e poi tratto in salvo questo minuscolo profugo, nel deserto di sabbia, tra le dune, con in mano un sacchetto di plastica contenente tutti i suoi oggetti personali (cosa avrà avuto li dentro, in gioco, l’unica maglietta del suo misero guardaroba?).
La foto, e la notizia di questo bambino in fuga, che attraversa un deserto pieno di pericoli anche per il più navigato tuareg, completamente solo aveva fatto commuovere il web.
Ma già sulle pagine della stampa estera però affiorava qualche traccia di verità.
Sui social la notizia era diventata virale, tutti a commuoversi e a condividere.
Leggendo attentamente ecco che lo scoop si sgonfia, non che il fatto non fosse altrettanto drammatico, ma sicuramente la cronaca, seppur cruda, è altra.
Marwan, questo il nome del piccolo profugo, era si in fuga, vero, stava attraversando il deserto con in mano solo un sacchetto con le sue cose, ma a 20 passi da una lunga colonna di profughi, tra i quali anche alcuni membri della sua famiglia.
La foto ritrae il bimbo insieme ad alcuni volontari, che prontamente lo hanno ricondotto alla madre, che era poco distante da lui (lai foto sotto è tratta dall’archivio dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati)
La guerra in Siria è una barbarie senza fine, e non si può dire che la storia di Marwan, nonostante mezza falsa, abbia avuto un happy end.
A volte però certe notizie tendenziose non portano alcun risultato, se non in termini di click, e non fanno il bene di nessuno.
Io prego per il piccolo Marwan, che possa trovare un futuro più radioso del suo triste presente.