Sappiamo ormai tutti cos’è la celiachia. È l’intolleranza al glutine, la proteina del grano, che colpisce una persona ogni 80-90 e che spesso non è diagnostica perché senza sintomatologia. Quello che però non tutti sanno è che la celiachia, se non curata con una dieta senza glutine, triplica il rischio di aborti spontanei ricorrenti. Ricercatori dell’Università Cattolica-Policlinico “Agostino Gemelli” di Roma e dell’Istituto Superiore di Sanità hanno scoperto che gli anticorpi “impazziti” della celiachia distruggono la placenta impedendo al feto di nutrirsi e quindi ostacolando il suo corretto sviluppo. Lo studio, pubblicato sull’American Journal of Gastroenterology, è di notevole importanza perché fa luce su una delle cause ignote che provocano aborti ricorrenti. La possibilità che una donna intollerante al glutine non riesca a portare a termine una gravidanza è del 50% contro il 15% delle donne sane.
La celiachia è anche legata ad altri problemi di natura ginecologica: parti prematuri, problemi e ritardi di sviluppo fetale, menopausa precoce, osteoporosi.
Prevenire il rischio di aborto è comunque possibile seguendo diligentemente una dieta senza glutine per almeno sei mesi prima del concepimento. In questo modo vengono eliminati gli anticorpi malati presenti nel sangue che sono appunto la causa della distruzione della placenta.