Nel nome di un uomo si cela il suo destino, i romani sostenevano.
In parte è vero, sebbene il destino è fatto anche d’ altro.
Nomen Omen, un nome un destino.
Ecco allora che quando si tratta di scegliere il nome da dare al futuro figlio bisognerebbe fare molta attenzione, perchè il volto col tempo cambierà, anche il corpo, ma il nome sarà per tutta la vita.
Quando al mio compagno chiesi se avesse un nonno nobile o un padre comunista (si chiama Stanislao) lui mi disse semplicemente “Perchè era il nome di mio nonno”. Io ci rimasi un po’ male, perchè pensavo che al di là della più classica delle risposte ci fosse una ragione più profonda.
Lui affermò “Chiamarsi Stanislao è una responsabilità”. Nel senso che quando non ti chiami Luca o Lorenzo (nomi molto comuni in Italia per i bambini), saper portare il proprio nome diventa davvero un’impresa.
Meditate mamme, prima di voler dare al proprio figlio nomi dei Vip come Oceano o Nathan Falco!
E per venirvi incontro in questa scelta, leggete qualche consiglio e qualche informazione sui nomi propri.
La legge italiana ha regolamentato la materia dei nomi negli artt. 34 e 35 del decreto 396/2000.
- Il decreto prevede che il nome imposto al bambino deve corrispondere al sesso (Andrea per una femmina? Niente da fare disse l’impiegato dell’anagrafe ad una mia amica 20 anni fa, le arriverebbe la cartolina del militare. Ripiegò su Noemi!).
- Può essere composto da uno o più elementi anche separati, non superiori a tre.
- Non si può, per legge, dare al proprio figlio nome uguale a quello del padre, di un fratello o di una sorella se questi sono viventi (quello della mamma si però, come Alessandra e Alessandro – piccola divagazione personale ndr.).
- Vietato dalla legge anche dare nomi ridicoli o vergognosi.
A tal proposito vorrei riportare alla memoria due casi nei quali la giustizia diede opposte “sentenze” circa due nomi reputati ridicoli e vergognosi:
Nell’agosto 2002 una madre fece causa al marito per aver registrato all’anagrafe il proprio figlio, a sua insaputa, con il nome di Varenne Gianpaolo (tutti e due nomi).
Varenne era “il capitano”, ossia il cavallo da record che mieteva vittorie negli ippodromi di tutto il mondo.
In quel caso l’ufficiale dell’anagrafe non reputò che Varenne fosse tanto ridicolo e la signora dovette intascare la sconfitta, lasciando al figlio quel nome (chissà se si fosse chiamato Furia!!).
Finale opposto invece per quella coppia che decise di battezzare il proprio figlio Venerdì, come l’aiutante indigeno di Robinson Crusoe nel romanzo di Daniel Defoe.
Allora la Corte di Cassazione chiamata ad esprimersi sentenziò di cambiare “d’ufficio” il nome al bambino perchè giudicato ridicolo. Il bimbo venne poi registrato Gregorio, nome del santo del giorno della registrazione.
All’epoca i genitori di Venerdì/Gregorio insistettero sulla loro scelta portando esempi celebri come Chanel Totti, o Oceano Elkann, ma a nulla valsero neanche esempi “illustri” come quelli sopra citati.
In casi del genere l’anagrafe può infatti inviare autonomamente una segnalazione alla Procura della Repubblica, la quale, nella persona del Procuratore, può decidere se il nome si attiene alla legge o meno.
Nessuno vieta invece di dare ai propri figli i nomi dei Vip, ma per favore ricordate sempre: il nome resta a vostro figlio per tutta la vita, abbiate cura della scelta.
- La legge inoltre prevede che i nomi stranieri di bambini italiani devono essere espressi in lettere dell’alfabeto italiano con l’inclusione delle lettere J K X Y W o con segni diacritici dell’alfabeto delle lingue d’origine.
Anche la scelta del nome straniero è però un campo minato.
Tempo fa vidi un bambino in ospedale, e per socializzare gli chiesi il nome “Maico” mi rispose (immagino fosse Michael) “Ah, come Michael Schumacher?” chiesi io, e lui “No, come Maico Pappalardo” ribattè seraficamente.
O ancora peggio quando il ragazzo della bottega sotto casa mi disse di chiamarsi Igliff (visto sulla carta d’identità, giuro!), perchè i genitori si innamorarono del protagonista dello sceneggiato dell’epoca “Cime Tempestose” (tratto dal romanzo di Emily Bronte, ma il protagonista era Heathcliff, troppo difficile!).
Evitate scene simili o scelte impossibili come queste, i vostri figli ve ne saranno grati.
Dati Istat 2013 alla mano, in Italia i nomi più diffusi sono Francesco per i maschietti e Sofia per le femminucce. Seguono Alessandro, Andrea, Lorenzo e Matteo per gli “uomini” e Giulia, Giorgia, Martina ed Emma per le donne.
Altro consiglio da seguire è verificare il significato del nome: magari dopo aver saputo la sua etimologia penserete che non è più bello come prima, o semplicemente non vi piacerà il senso dato.
O ancora un’altra variabile per scegliere il nome è spesso data da chi porta già quello che scegliete: un amico, un personaggio di qualche sceneggiato (non Igliff per carità!) una persona conosciuta per caso che vi è piaciuta…
Altri fattori da tenere in considerazione sono:
Il diminutivo. O anche il vezzeggiativo, Penelope e Pompeo sono nomi i cui diminutivi e vezzeggiativi sono impronunciabili o inscrivibili su un sito di “fascia protetta”.
Il cognome. Scegliete ove possibile, nomi che vadano d’accordo col cognome. Evitate cacofonie alla “Candy Candy”, come spesso succede ancora in Toscana. Nomi come Galileo Galilei, Novello Novelli e altri sarebbero da scartare fin dall’inizio, ma tant’è, de gustibus…
Oppure nomi stranierissimi su cognomi localissimi (come Brian Torrisi che sa tanto di Al Capone! ndr), ancor peggio come Dino Como che diventa ComoDino e come quello di due sorelle (verissimo sentito personalmente) Daria e Marina che di cognome facevano Tromba: non è giusto, a meno che tuo padre non sia il colonnello Bernacca!
La Pronuncia. Se davvero volete chiamare vostra figlia Ljuba siate pronti subito allo spelling, e insegnatelo anche alla bimba appena ha facoltà di parola. Vi saranno tutti grati ed eviterete un “come, cosa, comesiscrive”
I Nomi di fratelli e sorelle. Evitate di dare a due figlie nomi come Letizia e Addolorata, o Fulvio (che significa rosso) e Flavio (ovvero biondo) o Bruno e Bianca. Farebbero coppia come i carabinieri (parere personale ma fidatevi, condiviso quando ci sarà da sfottere qualcuno!).
Il Carattere. Se si potesse indovinare il carattere del bambino prima ancora che nasca si potrebbero evitare errori come ad esempio chiamare Serena una bambina terribile, o Selvaggia un’altra invece molto calma. O ancora Chiara una bambina scurissima o Rosa, o Angelo e così via.
I Nonni. Certo non è fondamentale che il nome che avete scelto debba per forza piacere a tutti, ma se al nonno proprio non va giù il nome del nipotino Roman Francis siate pronti a sentirlo chiamare Romano!
Potrebbe anche succedere che sia il bimbo a decidere per sè stesso, cioè a farvi decidere. Se ad esempio alla nascita vostro figlio vi ispira un nome diverso rispetto a quello che avete pensato, davvero vuol dire che il suo nome sarà il suo destino, e allora è il caso proprio di assecondare questa “ispirazione”.
In conclusione, se anche dopo tutti questi consigli avete deciso di chiamare vostra figlia Apple come la figlia di Gwyneth Paltrow o Peach Honey Blossom come quella di Bob Geldof, vorrà dire che mamma e papà sono davvero convinti e concordi.
E se anche il nome piacerà a tutti, insegnatele davvero che ogni nome va portato con orgoglio e responsabilità