“Vi prego di far girare questo foto (scattata il 18/12/2013)
Roma stazione Tiburtina, questo bambino adesso in braccio ad una zingara piangeva tanto. Avrà 1 anno e mezzo massimo 2 biondo riccio, gli occhi sembrano chiari, non sembrava figlio suo. Condividete magari qualcuno lo conosce!!!”
L’appello che avete appena letto, accompagnato dalla foto da noi volutamente oscurata e posta in apertura di articolo, è stato pubblicato sulla pagina facebook “Corro verso te” il 19 dicembre 2013.
Un’immagine divenuta virale, lo testimoniano le altre 77mila condivisioni, che
NON DEVE ESSERE ASSOLUTAMENTE CONDIVISA!
Tralasciando le motivazioni razziali e razziste, tra le principali cause che hanno contribuito a mantenere vivo e diffuso l’allarme, voglio porre l’attenzione su un aspetto ancor più importante: il rispetto della legge e la tutela del bambino.
Sono molte le persone che ignorano del tutto, o conoscono solo in parte, il decreto legislativo della Repubblica Italiana emanato il 30 giugno 2003, al n. 196., ossia il “Codice in materia di protezione dei dati personali”.
Gli amministratori della pagina facebook CheckBlackList, professionisti nel settore dell’Informatica, il cui scopo è quello di rendere più sicura la navigazione social, hanno riassunto alcuni importanti punti del suddetto decreto legge in una nota denominata:
PRIVACY: Come sono regolamentate le pubblicazioni delle foto in Italia
Qui di seguito riportiamo solo alcuni punti della nota, quelli inerenti all’argomento da noi trattato (Chi vuol approfondire può cliccare qui):
1. Per pubblicare l’immagine di una persona non famosa occorre la sua autorizzazione.
2. Se la persona non famosa viene pubblicata in maniera che non possa risultare dannosa alla sua immagine, e l’uso è solo giornalistico, l’indicazione del punto 1) si può ignorare, dinanzi al diritto di cronaca esercitato dal giornalista (da valutare di caso in caso). Non possono mai essere pubblicate immagini di minori.
4. Occorre autorizzazione in ogni caso e comunicazione al Garante se la pubblicazione può risultare lesiva (legge 633/41), oppure se fornisce indicazioni sullo stato di salute, sull’orientamento politico, sul credo religioso o sulla vita sessuale (dlgs 196/2003).
6. Non devono essere pubblicate immagini di minori in modo che siano riconoscibili, e questo anche nel caso di fatti di rilevanza pubblica.
Appreso ciò se ne deduce che la pubblicazione e la condivisione della foto in questione violano ben due punti della normativa sulla privacy, in particolar modo quella legata ai minori.
Cosa vuol dire questo?
Più di 78mila persone (dato di condivisione rilevato al momento della pubblicazione di questo articolo – ndr) possono divenire oggetto di denuncia per violazione della privacy e, se ritenuto necessario, anche di diffamazione e procurato allarme.
Le cronache del web infatti riportano alla luce il recente ed analogo caso di denuncia per diffamazione sporta dai delegati del Consiglio Nazionale Rom contro alcuni utenti web che avevano contribuito alla diffusione di una fotografia che denunciava un presunto rapimento.
I fatti di ottobre riportati dal portale “Nove da Firenze”:
“Il motivo della denuncia è una fotografia scattata da una residente a Montevarchi (Ar) all’interno di un autobus di Firenze venerdi 4 ottobre 2013 […] Nella fotografia venivano ritratte due donne di etnia rom sedute nell’autobus insieme ad una piccola bambina bionda. Per il pregiudizio sul colore dei capelli della ragazzina, la donna ha postato sul suo profilo Facebook la fotografia, corredandola con la didascalia: <gli zingari hanno rubato una bambina bionda> […] C’è chi ha chiamato <un amico carabiniere> che avrebbe immediatamente allertato la Polizia di Stato. Segnalazioni di indignazione per il razzismo del pregiudizio sono giunte da Barcellona, Genova, Milano e Roma. La rappresentanza Rom ha immediatamente contattato su Facebook sia l’autrice della fotografia che i suoi interlocutori responsabili dei commenti. La bambina fotografata è infatti la figlia legittima di una famiglia residente a Quaracchi (Firenze). È stato chiesto di rettificare la verità e chiedere scusa al padre e alla madre.
Nonostante la responsabile della fotografia sia stata sollecitata dai suoi stessi amici su Facebook, questa ha preferito cancellare la foto e non ammettere di aver commesso una grave violazione di legge, con la diffusione in rete di una falsa notizia. Il 9 ottobre il padre della bambina informava il legale dell’Associazione Nazione Rom che una pattuglia dei Carabinieri nucleo Radio Mobile stava cercando <una bambina bionda rubata dai Rom di Firenze>”.
In conclusione, tutti coloro che vogliono “contribuire” al ritrovamento di bambini presumibilmente rapiti sono pregati di rivolgersi direttamente alle forze dell’ordine che provvederanno, se ritenuto necessario, alla legale diffusione dei dati (generalità, foto, etc.) dello scomparso/a.