Le parole sono strazianti e inquietanti. Per la madre della 14enne che le ha scritte, devono essere state insopportabili da leggere. La poesia è stata scritta da Izzy Dix, morta suicida nel mese di settembre 2013 dopo aver subito per mesi i crudeli insulti che le dicevano e scrivevano compagni di classe e ‘amici’ della scuola, oltre ai troll di internet.
Ieri, la madre Gabbi ha voluto rendere pubblica la poesia, nella speranza che le parole della figlia possano far riflettere altri potenziali bulli e spingerli a pensarci due volte sul loro comportamento e forse per riuscire a prevenire ulteriori tragedie. La signora Dix, che vive a Brixham, Devon, ha detto che sua figlia aveva scritto la poesia dopo essere stata a un festival di musica locale nel mese di luglio e da cui era rientrata a casa in lacrime. L’aveva intitolata ‘I Give Up‘ (Mi arrendo). E’ stata letta al funerale della studentessa e ha fatto piangere molte delle persone presenti. Mamma Gabbi ha detto che di aver deciso di pubblicarla per aiutare le persone a capire il dolore e la sofferenza causata dal bullismo e dagli abusi sui siti di social media.
“So che questo può non far piacere alla gente, ma questo è quello che stava succedendo nella vita di mia figlia prima di morire. Nelle sue stesse parole, è così che si sentiva, – spiega la signora Dix. – Voglio che i giovani di tutto il mondo riflettano sul potenziale impatto del loro comportamento prima di agire. Tutti abbiamo bisogno di essere motivati da amore e gentilezza, non da cattiveria e odio“.
La mamma di Izzy ha anche chiesto la chiusura del controverso sito Ask.fm, dove sua figlia ha subito troppe cattiverie gratuite e offese pesanti da cyber-bulli anonimi. Il sito lettone, e che è stato collegato a diversi suicidi di adolescenti, consente a utenti non identificati di pubblicare commenti sul profilo di una persona. Il padre di Izzy, Eugene Conway, ha contribuito a lanciare una petizione online indirizzata a David Cameron, che ha già descritto Ask.fm come ‘vile’. Chiede al governo di vietare il sito, e finora ha ottenuto più di 7.000 firme.
Mi ArrendoIo arrivo,
felice e fresca,
pronta ed eccitata
per celebrare il festival.
Sono desiderosa e ansiosa di trascorrere un bel momento.
Sorrido per l’eccitazione,
comincio a vedere la folla,
vedo sempre più persone.
Molti sono felici e gioiosi.
Sono lì come me,
per festeggiare,
io sorrido a loro e dico ciao ai tanti volti che vedo,
si guardano scioccati e sorpresi di vedermi,
io metto in discussione il loro giudizio e mi chiedo,
‘Che cosa ho fatto di male?’
Provo a tornare nel cerchio di risatine e a parlare,
mi spingono via.
sto ferma.
I miei occhi vitrei e assenti.
Improvvisamente mi chiamano,
penso, ‘sì! Mi hanno notato! ‘
Ma poi iniziano a fare domande,
sul motivo della mia presenza.
Cominciano a dirmi che nessuno mi vuole lì.
Il mio cuore, la mia testa, il mio corpo: la nebbia
sento i morsi che iniziano a pizzicare i miei occhi mentre le mie guance cominciano a bruciare.
‘Non lasciare che ti vedano.
Non mostrare loro che sei indebolita.
Indebolita dai loro commenti’.
‘Sii forte’ penso,
ma è troppo tardi,
i palmi delle mie mani sono umidi,
le guance e il mio collo sudano
Cammino in fretta tra le risate.
Il mio cuore comincia a rompersi.
Guardo giù e cammino,
I miei occhi annegano in un mare di emozioni.
Un altro pezzo di me, spuntato fuori dalle loro crudeli osservazioni e percezioni,
mi arrendo.
Fonte e foto Daily Mail