E’ passato una anno dalla prematura e tragica scomparsa di Alessandro Favilla, il piccolo angelo di 10 anni: un fatto terribile avvenuto in circostanze che ancora sono in attesa di risposte certe.
I genitori, Emanuele ed Alessia, si chiedono ancora come sia potuto succedere che dopo due settimane di cure pesanti ed inefficaci, di richieste disperate di intervenire, medici, pediatri, pronto soccorso abbiano continuato semplicemente ad aumentare o cambiare farmaci mentre il piccolo continuava a respirare in modo affannoso, a lamentarsi, a essere incredibilmente stanco, tanto da addormentarsi sul pavimento.
Tutti i dottori e specialisti consultati continuavano a ripetere che non c’era bronchite, polmonite, la gola non era arrossata ma Alessandro continuava a stare male, aveva persino cambiato il tono di voce, non era più lui. Si era ipotizzato un collegamento con il recente intervento che Alessandro aveva subito a Roma per ridurre una cifosi congenita alla colonna vertebrale.
Alessandro si era sottoposto a diversi trattamenti per questa patologia, aveva affrontato con coraggio anche un’ultima operazione lunga e dolorosa, circondato dall’amore che ha sempre ricambiato al centuplo in modo effervescente e spontaneo, verso tutti. Tutto era andato bene, senza strascichi e Ale era anche tornato a scuola.
Ciò che è accaduto è l’incubo di ogni mamma quando stringe la propria vita tra le sue braccia, questo sentirsi incredibilmente parte uno dell’altro ma infinitamente fragili non appena il nostro bimbo ha anche due semplici linee di febbre.
Possiamo solo immaginare il senso di impotenza che ha attanagliato Emanuele e Alessia quel terribile giorno in cui Alessandro gli è stato strappato via. Si ipotizza una stenosi tracheale, che sommata alla forte infiammazione bronchiale, non ancora guarita, lo hanno portato a morire soffocato in un minuto, fra braccia dei genitori.
La Procura ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo che vede indagati 8 medici, sei lucchesi e due romani, si attende ancora la consulenza del perito che deve accertare se vi siano state negligenze.
Da allora lo scopo è diventato quello di ricercare la verità e avere giustizia, insieme a tenere vivo il ricordo di Ale, il Grande Guerriero che ha regalato tanta gioia in vita e che ne continua a regalare ora.
Alessandro sapeva gioire di tutto, sapeva trasmettere un entusiasmo e una felicità a tutti quelli che lo circondavano, nella sua semplicità di bimbo, dipingeva di colore ogni giornata.
E’ impossibile in poche righe condensare il sorriso di Alessandro e la sua storia, i genitori ricordano le ore precedenti con drammatica lucidità, dopo l’ennesima visita dal pediatra:
“ I tuoi occhi Ale che ci guardavano con quella luce particolare…traboccavano di Amore e di tenerezza…un’espressione che non ci azzeccava niente in quel contesto…l’ho capito dopo qualche giorno ripensandoci…che era la tua anima che parlava in quel momento e ci diceva “mi dispiace…avete fatto tutto il possibile, ma anche questa ultima volta è andata male”…la tua anima sapeva Ale che di lì a poco, nemmeno 22 ore…ci avresti lasciato per sempre…”.
Intanto 136mila persone sono state raccolte durante quest’anno intorno alla pagina facebook di Alessandro, una pagina curata dai genitori e dai nonni Annalisa e Renato, nonna tesora e Arenato, come li chiamava lui, dove si possono seguire i pensieri, i ricordi, le riflessioni, dove abbiamo imparato a conoscere Alessandro, i suoi scherzi, le sue passioni, siamo entrati in punta di piedi nel suo mondo, non potendo fare a meno di amarlo sempre di più e condividendo il dolore per la sua perdita.
I genitori che intanto, uniti, coraggiosamente, cercano di andare avanti, hanno riaperto la loro agenzia di viaggi, Il Porto dei Sogni, vicino Lucca, sogni che erano stati fatti con Alessandro e sono stati infranti in pochi attimi, per sempre.
Nella triste ricorrenza verrà fatta celebrare una Messa dove tutti potranno partecipare e ricordarlo, chi non potrà esserci potrà magari accendere una candela alla propria finestra per ricordare Ale.
Ecco cosa scriveva ieri la mamma, con una crudezza e una drammaticità che non hanno bisogno che si aggiunga altro:
“Domani non è un giorno peggiore di oggi, né di ieri…è soltanto il giorno n 365, ovvero un anno intero che non sento più la tua voce, che non vivo più dei tuoi abbracci e dei tuoi baci, che non ti preparo le cosine buone da mangiare, che non mi addormento insieme a te, che non ho più la gioia di sentirmi chiamare mamma…tutti giorni uguali…dove regna dolore e silenzio, dove sono spariti i colori e il mio corpo privato del tuo calore sente solo freddo…un anno di buio totale…senza luce, senza te…ti amo Ale ma mi manchi troppo…”
In questa realtà terribile, un grazie ai genitori e ai nonni che con i loro racconti danno un senso diverso alla quotidianità che spesso non sappiamo apprezzare abbastanza. Ale per sempre nei nostri cuori.