Scoprire di essere incinta e diventare mamma sono forse le emozioni più grandi che si possano provare: la gioia che ti pervade, questa lente dell’amore, sotto la quale, da quel momento, vedi e interpreti ogni cosa in modo diverso.
E’ stato così anche per Angela Bianco, 26 anni, di Casal Velino (Salerno), studentessa di Scienze della Formazione, che porta in grembo la sua Francesca Pia alla sua ventesima settimana di vita. La piccola sta crescendo bene, ignara della tempesta che sta circondando la sua mamma.
Il dramma che ha interrotto la spensieratezza di Angela inizia il 28 agosto scorso quando la giovane mamma e suo marito Marco Spinelli si trovavano a cena dai genitori di lei: una sera come tante altre fatte di sogni e speranze per la famigliola che si stava ingrandendo.
Angela avverte all’improvviso un dolore lancinante alla testa, tanto da urlare. “Sotto i capelli sentivo io stesso una specie di gonfiore” dice lo stesso padre della ragazza che era presente. Corrono in ambulanza all’ospedale di Vallo della Lucania.
“Ventitre chilometri interminabili – continua il papà Lili Bianco – e cinque giorni di degenza. Il trasferimento a Roma, all’ospedale Umberto I, altre due settimane e il ritorno a casa. Poi Milano, il San Raffaele, il Niguarda, il Carlo Besta”.
Poi, come una secchiata di acqua gelida, la diagnosi di tumore al cervello inoperabile.
Per legge Angela potrebbe ancora abortire ma non ci pensa neppure. «Non c’è verso. – scuote la testa il papà, Lili – Per giorni abbiamo tentato di convincerla. È caduta in depressione solo a sentire l’argomento. Abbiamo rinunciato a persuaderla. Lei vuole salvare la bambina che porta in grembo a costo della sua stessa vita. Ha detto a sua madre: “se io muoio occupati tu della bambina insieme con mio marito Marco”».
L’amore di Angela per sua figlia supera ogni logica, come per ogni mamma la creatura che porti in grembo diventa più importante di ogni cosa, è talmente parte di te che non esisti più se non esiste lei. Dice caparbia ma serena, nonostante tutto: «Mia figlia deve nascere. Io? Io vengo dopo di lei. Assolutamente».
Il dottor Enrico Restini, il chirurgo oncologo che sta seguendo la paziente a Bari alla clinica “La Madonnina”, spiega la situazione:
“Il tumore è inoperabile e l’unica cura praticabile è la radioterapia. Le tecniche per così dire tradizionali metterebbero però in pericolo la salute del feto.”
Eppure una speranza per Angela c’è: a Bari, alla casa di cura “Mater Dei” sarebbe possibile utilizzare per Angela una tecnica estremamente avanzata applicata con strumento chiamato “Cyber Knife”, cioè un bisturi cibernetico altamente specializzato che sarebbe in grado di bombardare la massa tumorale in modo preciso e selettivo, con la precisione di un terzo di millimetro, che consentirebbe di non colpire altre parti del cervello compromettendo la salute della bimba.
E allora cosa si aspetta? Un’autorizzazione…
… una maledetta firma che ancora non arriva per autorizzare l’impiego della macchina e che acconsentirebbe di addebitare la spesa della procedura terapeutica, di circa 8 mila e 500 euro, a carico della regione Campania.
Forse per chi prega è il caso di farlo, ma per chi può sarebbe il caso di oliare davvero questa macchina della burocrazia e fare in modo che si possa salvare questa mamma coraggiosa che potrebbe vedere crescere sua figlia e starle accanto.