Yara Gambirasio, 13 anni, una vita violentemente interrotta il 26 novembre 2010.
In una fredda serata bergamasca la bambina fu rapita; scomparve all’uscita dalla palestra dove si allenava e da cui, quella maledetta sera, non fece mai rientro a casa.
“Ignoto1” interruppe il percorso di Yara verso la sua abitazione, la condusse (non si sa come ed in che modo) nel campo di Chignolo d’Isola è lì la lasciò moribonda.
Il corpo senza vita della giovanissima fu ritrovato ben tre mesi dopo l’omicidio.
Ed ovviamente il cadavere non era perfettamente conservato (come dimostrano le foto di repertorio della trasmissione televisiva d’inchiesta “Quarto Grado”). Il piccolo corpicino di Yara era rimasto esposto alle intemperie, era stato ammantato dalla neve e bagnato dalla pioggia. Malgrado ciò gli inquirenti hanno isolato su quelle povere spoglie un DNA che credono appartenga all’assassino, oggi noto appunto come “Ignoto1”.
Molte cose si sono dette e poi smentite su “Ignoto1”, l’ultima pista portava a Lorenzo B., un criminale recidivo più volte arrestato per violenze su minori, adescamento e detenzione di materiale imbarazzante.
Poche ore fa l’Ansa ha annunciato che Lorenzo B. non è però l’assassino di Yara Gambirasio, il DNA di questo criminale non corrisponde con quello della bambina uccisa nel bergamasco.
Gli inquirenti, per recuperare il DNA di Lorenzo B., sono andati sino in Francia ed hanno fatto visita all’ uomo in carcere. Lorenzo B. al momento è detenuto: è stato arrestato ancora una volta per reati afferenti alla violenza sui minori e al possesso di immagini non propriamente lecite.
-
Ma chi è Lorenzo B. e com’è finito nell’indagine per la morte di Yara Gambirasio?
Lorenzo B. ha 50 anni. I giornalisti del settimanale “Giallo” (CairoEditore, nel numero 28 del 23 ottobre) hanno ricostruito la vita di questo orco.
Lorenzo B. ha trascorso i primi tre anni di vita in un istituto per bambini abbandonati insieme con la sorella maggiore.
A chi si domanda se sia stato adottato non è possibile però dare una risposta certa.
Il settimanale “Giallo” ha intervistato il fratello minore che ha 11 in meno rispetto a Lorenzo B., nemmeno il fratello ha saputo risolvere questo interrogativo, in merito ad una possibile adozione lui non saprebbe nulla di certo perchè non sarebbe mai stato confortato da risposte sicure da parte dei genitori.
L’orfanotrofio in cui Lorenzo B. visse la sua prima infanzia si chiamava “Ala Materna” ed era sito sopra Como,a San Fermo della Battaglia. Oggi quella struttura non esiste più.
La presenza di Lorenzo B. e della sorella in detto orfanotrofio non necessariamente indica un passato da orfani dei due, il padre di Lorenzo B. era emigrato in Svizzera ed è pensabile che la mamma da sola non potesse gestire la prole.
Sta di fatto che dopo il “ricongiungimento familiare” in Svizzera Lorenzo B è finito più volte in istituti per ragazzi difficili. Il settimanale “Giallo”, attraverso l’intervista al fratello, racconta di un Lorenzo B. tumultuoso si da piccolo, narra di fughe, cattive amicizie e non trascurabili intemperanze contro gli educatori.
Che fosse un “Orco” la famiglia lo sapeva da tempo, stando al racconto del fratello al settimanale “Giallo”, Lorenzo B. avrebbe manifestato la sua “malattia” in famiglia e fuori, lo stesso fratello ne sarebbe stato vittima e vittima ne sarebbe stata anche la prima figlia di Lorenzo B.
Lorenzo B., come molti mostri moderni fanno, avrebbe adoperato la rete per adescare le sue vittime. Recentemente si sarebbe finto un adolescente francese e con questa falsa identità avrebbe rastrellato la rete alla ricerca di giovanissime ragazzine da adescare.
Una mamma attenta e coraggiosa ha però sbarrato la strada a Laurent D., nome d’arte di Lorenzo B., sedicente 14enne romantico e gentile.
Simona mamma della piccola Laura, adescata proprio da Laurent D., non solo ha salvato la figlia da un incontro pericoloso ma ha smascherato Lorenzo B. e lo ha denunciato.
Si è scoperto che Lorenzo B. faceva di più che adescare ragazzine in rete spacciandosi per un giovincello: è emerso che si era appropriato del profilo facebook della ragazzina adescata e con quell’account, nonché facendo uso di altri profili falsi, divulgava in rete storie su Yara Gambirasio, scriveva memorie della notte dell’orrore e pubblicava per la defunta poesie dedicate.
Il settimanale “Giallo” ha esaminato, grazie alla collaborazione della dottoressa Evi Crotti la grafia e la firma di Lorenzo B.: la “L” è vergata come una “X”.
Il settimanale “Giallo” si ferma a riflettere sulla “X” segnata sulla schiena di Yara con un coltello e lascia aperta una domanda: quel segno potrebbe rappresentare la cosiddetta “firma caratteristica dell’assassino”?
Lorenzo B., insieme a suo fratello, ha praticato ginnastica artistica a Chiasso, è stato un’atleta professionista e anche un allenatore. Sempre il settimanale “Giallo” si domanda se il contatto con Yara possa essere nato a causa ed in ragione della comune passione per la ginnastica o comunque se questa partecipazione condivisa al medesimo sport possa aver facilitato un loro incontro.
-
Il DNA di Lorenzo B. però non corrisponde a quello di “Ignoto1”. Questo dato scientifico costringe gli inquirenti a mettere Lorenzo B. da parte?
La criminologia moderna tende a considerare il DNA come prova fondante, tuttavia nel caso specifico di Yara le condizioni particolori del ritrovamento del cadavere non vanno trascurate (la foto sopra mostra le condizioni degli indumenti rimasti col cadavere per 3 mesi in un campo aperto).
Dal video che segue si evince anche che gli inquirenti hanno ritenuto opportuno indagare sul personal computer di Lorenzo B. che di fatto è risultato fisicamente in Francia prima e dopo la morte di Yara, ma nulla è stato precisato però sui telefoni.