Il sogno di ogni mamma e di ogni educatrice di ogni ordine e grado: farsi ascoltare!
Ebbene non si può usare una bacchetta magica, bisogna ingegnarsi, ma anche abituarsi ad essere noi per primi ad ascoltare!
Molti si chiedono infatti come fare in modo che i bambini ascoltino ma, da mamma ed insegnante ritengo che la domanda, piuttosto, dovrebbe essere posta in questi termini: come farsi ascoltare?
Siamo noi per primi ad avere più esperienza e dunque a poter mettere in atto metodi e strategie per farci ascoltare di più! Sembra poco ma già il punto di vista è ribaltato!
Escludendo casi particolari di bambini con problematiche relative all’attenzione, soprattutto se accentuati, vi sono alcuni consigli che possono essere dati per cercare di migliorare il famoso passaggio comunicativo tra adulto e bambino.
Secondo alcuni studi solo il 10% della comunicazione verbale viene veramente interiorizzata dal cervello e questo non riguarda solo i bambini.
Le cause implicate in questo risultato sono molteplici: vi è l’influenza dell’ambiente circostante, messaggi metalinguistici, ovvero si è distratti da gesti o sguardi che comunicano altro e, solo in minima parte, si viene disturbati da veri e propri impedimenti fisici che possono essere rumori, mancata o errata ricezione delle parole.
Quando ci capita di avere a che fare con un bambino che sembra proprio non volere ascoltare, dovremmo cercare di capire le cause alla base di questa distrazione o dell’incomprensione parziale o totale, per intervenire nel modo più mirato.
Ogni bambino ha le sue peculiarità e predisposizioni caratteriali ma si può imparare e anche migliorare la capacità di attenzione di un bambino. In linea generale possiamo seguire questi 6 consigli fondamentali:
1 – Innanzitutto considerate la situazione contingente. Se il bambino è stanco, è distratto a fare altro o se il periodo di attenzione richiesta supera la sua soglia personale, forse è bene agire su questi fattori, più che arrabbiarsi o demoralizzarsi: aspettare un momento più propizio, cercate di catturare la sua attenzione o provare a sintetizzare e semplificare, riducendo i tempi di attenzione richiesta.
2 – Non dimentichiamoci mai che i bambini non utilizzano e non conoscono ancora, in modo naturale, tutta la gamma di vocaboli e modi di dire che noi usiamo normalmente dunque cerchiamo di spiegare adeguatamente ciò che vogliamo dire, altrimenti un bambino che non capisce, non segue e si distrae.
3 – Per permettere al bambino di capire meglio e, di conseguenza, distrarsi di meno, cerchiamo di ampliare sempre più possibile il suo vocabolario: parliamo sempre con lui di tante cose, fin da piccolissimi, cerchiamo di spiegargli che esistono tanti sinonimi, tanti modi per raccontare e spiegare. La lettura aiuta tantissimo fin da neonati a sviluppare queste competenze linguistiche!
4 – Sviluppiamo la sua attenzione e la capacità di elaborare istruzioni invitandolo a fare giochi nuovi per i quali è necessario seguire delle regole da comprendere e memorizzare.
5 – Il contatto visivo è molto importante, dunque, invitiamo sempre con dolcezza a guardarci negli occhi mentre parliamo.
Anche il contatto fisico può aiutare a carpire l’attenzione e sviluppare una trasmissione del messaggio più efficace: una mano sulla spalla o sul mento ad esempio, oppure prendergli le manine. Spesso possiamo aiutare il bambino a sintonizzarsi con noi, mettendoci alla sua altezza in senso prettamente fisico: inginocchiamoci, facciamoci bassi quanto lui.
6 – L’esempio conta sempre molto e dunque, noi per primi dobbiamo mostrare attenzione mentre loro parlano, fermarci ad ascoltare, lasciarli finire, interrompendo, se necessario, ciò che stavamo facendo, per dedicargli attenzione. Incoraggiare i bambini a parlare poi, innescherà un meccanismo di risposta che li porterà anche ad ascoltare di più!