I microbi non esistono dicono i bambini. Un po’ come si pensava nel ‘700, quando non c’era il microscopio, prima che si capisse che “nonostante certe cose non si vedono non vuol dire che non esistono”.
E infatti per i bambini questi microorganismi, se non si vedono non ci sono. E le loro abitudini lo confermano. Pochissimi bambini hanno l’urgenza di lavarsi le mani quando toccano erba, terra, animali, o prima di mangiare.
Alcuni microbiologi del del Gloucestershire Royal hospital, di Gloucester, e dal Public Health England Centre for Infections di Londra hanno fatto un esperimento, poi pubblicato su PlusOne, che ha coinvolto 200 bambini dai 9 agli 11 anni.
Questi bambini hanno ricevuto lezioni su microbi e batteri proprio nel luogo dove questi ultimi sono maggiormente concentrati, ovvero le fattorie.
Proprio sugli animali da allevamento infatti vivono microorganismi dannosi come l’escherichia coli o la salmonella (circa il 65% dei campioni raccolti in fattoria conteneva questi batteri). I bambini che le visitano accarezzano i cuccioli, che sono il maggiore ricettacolo di microbi. E sempre i bambini dimostrano scarsa attitudine a lavarsi le mani dopo avere toccato agnelli e vitelli. Gli stessi poi mangiano, mettono il dito in bocca o si rosicchiano le unghie, esponendosi fortemente ad un rischio contagio.
Meredith Hawking ha diretto questo studio in fattoria ed ha notato quanto sopra.
Lo studio voleva dimostrare come le lezioni sulla igiene personale hanno più effetto sui più piccoli, se svolte durante le gite nelle mete preferite da tutte le scuole d’Europa: le fattorie appunto.
L’idea dei microbiologi rientra all’interno di un progetto educativo europeo sulla scoperta dei microbi, indirizzato a bambini e ragazzi dai 7 ai 15 anni.
Questo esperimento ha confermato che, dopo questi insegnamenti in loco, i maschi hanno migliorato le proprie conoscenze sui microorganismi del 14%, mentre le femmine salgono al 21%. Aumentata anche l’attenzione all’igiene, con un + 11% nei bambini e 18% nelle bambine. Per quel che riguarda invece le abitudini igieniche i risultati non sono stati così incoraggianti: soltanto il 4% del campione ha mostrato miglioramento nell’abitudine di lavarsi le mani.