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Coliche Neonati: Come Farle Passare

Da quando sono diventata mamma, e da quando lo sono diventate quasi tutte le mie amiche, ho notato che ogni volta che un neonato piangeva non c’erano dubbi: erano le coliche. Se fosse stato vero, sarebbe stato dunque che tutti i figli delle mie amiche avessero le coliche. Ma non è ...

di Alessandra Albanese

12 Ottobre 2013

Da quando sono diventata mamma, e da quando lo sono diventate quasi tutte le mie amiche, ho notato che ogni volta che un neonato piangeva non c’erano dubbi: erano le coliche.

Se fosse stato vero, sarebbe stato dunque che tutti i figli delle mie amiche avessero le coliche. Ma non è così.

Le coliche sono un disturbo che colpisce circa il 10% dei neonati durante i loro primi mesi di vita.

E sono anche la prima causa di apprensione dei neogenitori, che sentono il pianto incontrollabile del loro bimbo, e si sentono inermi di fronte a questo.

Le cause delle coliche gassose non sono sempre comprensibili, possono essere causate da intolleranza al lattosio, da immaturità gastrointestinale, da peristalsi, o semplicemente da nervosismo “fisiologico”.

Esistono però espedienti e accorgimenti che possono alleviare i dolori al piccolo, fino a che, dopo i 3 mesi passano vanno via da sole, come erano arrivate.

Il professor Arrigo Barabino, primario di gastroenterologia pediatrica presso l’Ospedale Gaslini di Genova afferma: “non bisogna pensare alle coliche ogni volta che il neonato piange. Nei neonati un pianto, che si prolunga anche per due ore al giorno, è da considerare fisiologico e fa parte del normale sviluppo.”.

Mi piacerebbe averlo letto prima, e soprattutto mi sarebbe piaciuto che anche le mie amiche lo avessero saputo.

Si può parlare di coliche se un bambino rispetta la regola del tre, norma coniata negli anni ’50 dal dottor Wessel, che, sebbene non assoluta, ancora oggi è indicativa di coliche nel neonato.

La regola dice che si tratta di coliche se il pianto del neonato perdure per più di tre ore al giorno, per più di tre giorni alla settimana, e per tre settimane consecutive.

Poi ci sono anche altre caratteristiche del pianto del neonato che devono indurci a questa conclusione: il pianto deve essere improvviso, strillante, e il bambino diventa irrequieto, cianotico e stringe i pugni e flette le gambe portandole all’addome.

Potrebbe anche succedere che tra una crisi del genere ed una altra il bimbo si assopisca e emetta aria, che gli può alleviare i dolori momentaneamente.

Generalmente le crisi di pianto avvengono nelle ore serali, sebbene anche questa non è regola assoluta. Principalmente avviene se l’allattamento è al biberon, in quanto così il bimbo ingurgita più aria, che potrebbe essere causa di coliche, anche se persino un neonato allattato al seno può essere soggetto a coliche gassose (nel qual caso le crisi di pianto si manifestano nell’arco dell’intera giornata).

Il periodo nel quale intervengono le coliche sono dalla 4^ settimana di vita, fino al terzo mese circa.

Il pediatra diagnosticherà una colica gassosa escludendo altre possibili cause del pianto, come reflussi gastro esofagei, accumulo di feci nell’intestino o altre cause differenti.

Se il sintomo corrisponde al disturbo potrebbe prescrivere dei farmaci a base di simeticone (con posologia differente a seconda dell’età del neonato e del suo peso) o potrebbe suggerire alla mamma di cambiare marca di latte, nel caso di allattamento artificiale, a minore contenuto di lattosio e più malto destrine o tentare il latte di soia. In quest’ultimo caso potrebbe essere necessario approfondire eventuali allergie o intolleranze. Utili anche tisane o probiotici che ripristinano la naturale flora intestinale.

Qualche suggerimento può essere utile anche non consultando il pediatra.

In primo assoluto, non date retta alle nonne che potrebbero suggerire cose tipo “Il tuo latte non è buono” o “E’ colpa della tua cena di ieri” o anche di non tenerlo in braccio sennò si vizia, o ancora di lasciarlo piangere, che “se piange gli si aprono i polmoni”.

Al contrario invece:

> Mai smettere di allattarlo al seno.

> Tentare per prima cosa di calmare il piccolo con ogni espediente: ciuccio, passeggino, passeggiata,

> Restare tranquilli, che poi è la soluzione che potrebbe permettere di cambiare il corso della nottata, e far riposare tutta la famiglia per il resto del tempo.



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