L’orrore a Lampedusa non finisce. I morti oggi salgono a quota 302.
Le vittime 288 e 289 sono state ritrovate da un sommozzatore che, immagino, non avrebbe mai voluto fare un ritrovamento del genere.
Le ultime vittime di questo naufragio di clandestini sono una madre e il figlio, ancora uniti dal cordone ombelicale. E’ nato mentre la barca affondava e la madre moriva.
Il corpicino doveva essere nella pancia della madre, è stato ritrovato fluttuante nella pancia del barcone affondato.
Il cordone si è spezzato appena i sommozzatori li hanno issato a bordo delle barche di salvataggio quei cadaveri “dispersi e disperati”.
Nell’orrore di quei momenti forse questa giovane donna di vent’anni ha espulso il suo bambino … nato per morire durante il naufragio, tra le fiamme, nel mare senza salvezza.
Nell’hangar del piccolo aeroporto di Lampedusa, dove è stato allestito l’obitorio i due sono stati sistemati in attesa del funerale di stato.
Pietro Bartolo, il medico che li ha ricevuti in custodia, sostiene che oltre questo non si possa vedere. E’ troppo anche per un medico che a queste scene dovrebbe essere abituato.
Volevano metterli in due bare, la mamma tra i morti adulti e il bimbo nelle casse bianche. Hanno deciso di seppellirli insieme, come erano prima della tragedia.
Il barcone in fondo al mare, a detta dei sommozzatori, darà ancora immagini come queste. Strazianti. Bambini innocenti, donne incinte.
L’ex ministro dell’istruzione Maria Stella Gelmini ieri, alla notizia della richiesta di abolizione del reato di clandestinità con un emendamento presentato da due senatori del movimento 5 Stelle ha cinguettato su twitter: “Abolito il reato di clandestinità? Ma siamo impazziti?“.
Io mi domando: “Chissà quale sarebbe stata la risposta di questo bambino mai nato all’interrogativo del Ministro“.