La febbre nei bambini è la nemica contro la quale si combatte almeno una volta ogni inverno; se poi il bambino va all’asilo, ed è esposto al contagio a causa della “convivenza” con altri coetanei, gli episodi febbrili, specie nelle stagioni fredde, possono ripetersi più e più volte.
Che fare? Niente. E lo dicono anche i pediatri.
«Se il piccolo ha 39°C di febbre ma è tranquillo e gioca senza lamentarsi, non occorre nessuna terapia». Lo afferma Alberto Tozzi, pediatra dell’Ospedale Bambin Gesù di Roma.
La febbre è una reazione legittima dell’organismo quando viene attaccato da infezioni, e se il bambino non soffre e mangia e dorme regolarmente non è da contrastare.
Tutto questo andatelo a dire alle mamme “ansiogene” o peggio ancora alle nonne, quelle fobiche che già alle prime linee di febbre lo mettono sotto 4 o 5 coperte, lo tappano in casa e cominciano subito con una bella dose da cavallo di antibiotico, che “sennò la febbre alta gli crea danni cerebrali e conseguenze gravissime”.
Le linee guida del britannico NICE (National Institute for Health and Care Excellence) sono chiarissime: «I due farmaci antipiretici autorizzati nei bambini sotto i sei anni, paracetamolo e ibuprofene, vanno usati per contrastare il malessere del bambino, e soltanto finché il malessere dura».
L’ibuprofene è un farmaco della famiglia dei FANS, ovvero farmaci antinfiammatori non steroidei. I farmaci antinfiammatori, come dice la parola stessa, contrastano le infiammazioni ed hanno azione analgesica e antipiretica. nelle malattie reumatiche sono i farmaci di più largo uso. Gli antinfiammatori si distinguono poi in steroidei (o cortisonici, cioè che hanno struttura simile al cortisolo, l’ormone prodotto dalle nostre ghiandole surrenali che contrasta naturalmente le infiammazioni) e non steroidei, che bloccano l’infiammazione inibendo l’enzima responsabile di quest’ultima (ciclossigenasi, produttrice di ormoni infiammatori ovvero le prostaglandine). I FANS sono i farmaci più utilizzati in assoluto per contrastare episodi febbrili nei bambini.
Il paracetamolo è il farmaco analgesico più diffuso per il trattamento di forme virali da raffreddamento e di dolori vari.
Azioni differenti da quelle indicate dal NICE rischiano di fare peggio.
Attenzione anche alle dosi consigliate dei farmaci: superarle potrebbe significare un rischio tossicità, anche quello peggiore della febbre che si vuole combattere. Le indicazioni di questi farmaci infatti ribadiscono la somministrazione dopo 6/8 ore nel caso dell’ibuprofene, ma se il piccolo sta bene non è necessario ripeterla, altrimenti si rischia un danno epatico per sovraccarico di farmaco.
Se invece, nel caso opposto, il piccolo non migliora neanche dopo avere dato uno dei due farmaci, è consigliato provare a cambiare medicinale, a patto che si usi la massima cautela, anche qui per evitare danni ai reni. E comunque sempre meglio non alternare i medicinali, per non incorrere in errori e per evitare sovradosaggi inutili.
Inoltre è sempre bene non accorciare i tempi di somministrazione tra una dose di farmaco e la successiva, perché anche se la dose quotidiana è infine uguale, i picchi di concentrazione possono diventare pericolosi.
Ricordiamo anche che a seguito di alcuni casi di intossicazione da paracetamolo, l’Agenzia Italiana del farmaco (AIFA) ha modificato qualche tempo fa il foglietto illustrativo per quel che riguarda i dosaggi in età pediatrica. In caso di discordanza tra una indicazione posologica ed un’altra è sempre bene tenere in considerazione il peso del bambino.
Altro mito da sfatare è quello delle supposte.
Marina Picca, presidente della Società Italiana delle Cure Primarie Pediatriche afferma: «Perché la dose effettiva assorbita sia quella prevista è preferibile dare questi medicinali per bocca riservando le supposte ai casi in cui il vomito impedisce la somministrazione orale».
Paracetamolo e ibuprofene insieme sono farmaci molto sicuri ed efficaci, e dunque indicati in casi di stati febbrili durante i quali il bambino è sofferente. Uniche controindicazioni, secondo la Food and Drug Administration (ente di vigilanza farmacologica americano) qualche disturbo gastrico a seguito di assunzione di ibuprofene, e rarissime ma gravi reazioni cutanee da paracetamolo.
Ricordiamo però, a tutte le mamme e nonne: se il bambino sta bene nonostante la febbre, non è necessaria alcuna somministrazione di alcun farmaco.