La gravidanza è un delicatissimo periodo in cui la donna diviene madre. La maternità implica una trasformazione fisica ed una emotiva:
– emotivamente la “futura” mamma entra nel suo nuovo ruolo femminile e familiare, da lei dipenderà la creatura che porta in grembo, in lei muterà il concetto d’amore e nuovi saranno gli equilibri col compagno;
– fisicamente nulla sarà più come prima perché il corpo femminile nei 9 mesi di gestazione cambia costantemente e completamente. Nel ventre cresce un’altra vita, nel corpo battono 2 cuori e si incontrano due esistenze una che genera (quella materna) e una che verrà generata (quella del nascituro).
Comunemente la gravidanza è associata all’attesa: la tranquilla e placida attesa proprio della vita che verrà, cioè della venuta al mondo del figlio generato (nascituro o nascente).
Ma quest’attesa tanto carica di speranze e di emozioni non è sempre delicata, comoda e placida.
La modernità, il rinnovato ruolo della donna nella società e l’evoluzione dei costumi femminili hanno messo in luce mamme instancabili: ci sono donne capaci di lavorare sino all’ultimo giorno prima del parto senza arrecare nessun danno né alla propria salute né a quelle del nascituro (il mondo dello spettacolo è pieno di mamme vip capaci di “condurre una vita del tutto normale”sino all’ultimo giorno prima del baby day).
Vero è che “la gravidanza non è una malattia”!
Vero è che quando essa è fisiologica (cioè condotta da una donna sana non affetta da particolari patologie, esente da problemi medici e non presenta rischi diagnosticabili) la donna può condurre una vita del tutto normale!
Ma è altrettanto vero che esistono una serie di attività “potenzialmente rischiose”.
È rischioso andare in moto potendo preferire la macchina, come è rischioso praticare sport estremi potendo preferire una corsetta all’aria aperta; è rischioso mangiare troppo potendo assumere abitudini alimentari sane, come è rischioso andare a cavallo.
- Il rischio, però, resta un concetto soggettivo o il confine tra il giusto e l’ingiusto, il fattibile e l’infattibile è oggettivamente delineabile?
Le immagini di Lea Ann Ellison body builder americana di 35 anni stanno facendo il giro del web e stanno indignando le mamme della rete.
Lea Ann Ellison è incinta, tra pochi giorni partorirà il suo terzogenito, e, al nono mese di gravidanza, “inganna l’attesa” sollevando pesi.
Le immagine della body builder col pancione e il peso massimo sulla testa non hanno lasciato indifferenti le mamme, le nonne, le donne, i papà ed in genere gli spettatori incuriositi dalla “forza” di questa donna così gravida da essere pronta al parto.
Il popolo della rete si è diviso:
– da un lato i critici, coloro i quali hanno gridato allo scandalo perché una buona madre, nel momento in cui porta in grembo il bebè, deve (per dovere e non per libero diritto) assumere un atteggiamento di cura verso se stessa ed evitare ogni comportamento potenzialmente lesivo verso il bambino;
– da un altro lato i liberali, coloro i quali magnanimamente ammettono che ognuno può fare di se stesso e del proprio corpo ciò che vuole.
Ovviamente qui si parla di una professionista, che tra l’altro in molte delle foto circolate in rete posava per un servizio fotografico.
Probabilmente, al di là delle opinioni personali, queste foto rivelano un fatto: oggi le donne cercano di superare la maternità intesa come “limite” ed aspirano ad una maternità “libera”, cioè una maternità in relazione alla quale la femmina, pur divenuta madre, possa fare comunque tutto ciò che faceva prima.
In passato le donne erano “relegate” al ruolo di madri, ed i figli, la casa ed il marito divenivano gli unici canali espressivi del sesso femminile.
Oggi, grazie ad anni di battaglie anche estreme e dolorose, la donna ha dimostrato di essere socialmente necessaria, utile e persino insostituibile anche quando a casa ci sono marito, figli, cane, gatto e lavatrici da mettere in moto.
Tuttavia nulla è possibile senza l’accettazione oggettiva, razionale e consapevole del proprio essere (ed anche dei propri limiti).
Ci sono pesi insostenibili in gravidanza? Forse no, ma è innegabile che sollevare i pesi da body building non è propriamente indicato!
Ed è quindi plausibile che le immagini di Lea Ann Ellison lascino perplesse le donne e le mamme.
La maternità è un limite, lo è nella misura in cui la donna accetta di concedere una parte della propria vita (fisica ed emotiva) alla costruzione (materiale, durante la gestazione e morale, durante il processo educativo) del figlio. Ebbene intesa così la maternità è il limite più sconfinato che l’essere umano possa mai conoscere e vivere.