Appartengo a quella categoria di bambini che hanno trascorso l’intera infanzia davanti alla televisione girovagando, sugli “esigui” canali che all’epoca avevamo a disposizioni, alla continua ricerca di un cartone animato da poter vedere.
In mancanza delle nostre trasmissioni preferite, si passava ai videogiochi, quelli “antichi” che non vantavano di certo la grafica in 3D dei giorni nostri.
Ma sin da allora i giochi elettronici riuscivano a tenere tutti i bambini incollati allo schermo e così, già qualche anno fa, si trascorreva molto tempo smanettando con il joystick. E ricordo bene diventavamo furiosi se un livello ci risultava troppo difficile da superare!
Una sedentarietà di cui oggi, in età adulta, sicuramente non vado fiera, anche perché questa condizione di “ozio precoce” rappresenta una delle motivazioni del mio sovrappeso e delle mie pessime abitudini alimentari che, in età adulta, risultano difficili da correggere.
Ricordo che da bambina, come in una sorta di ipnosi, mangiavo davanti alla tv tutto quello che mi capitava a tiro, per lo più merendine e snack vari, avendoli a disposizione tra i ripiani più bassi della cucina. Usualmente restando seduta tutto il giorno, l’attività fisica giornaliera svolta era pari a zero, quindi non smaltivo nessuna caloria, continuando ad accumulare grasso.
Divenuta mamma, ho sempre cercato di prendere le distanze da quella che fu la mia esperienza di figlia, tentando, all’opposto, di insegnare ai miei bambini a mangiare nel modo più sano possibile.
La strada da percorrere è ancora lunga e, date alcune loro preferenze, soprattutto quelle del più piccolo che adora la cioccolata e rifiuta qualsia cosa abbia le foglie o venga coltivato nella terra, si presenta anche abbastanza ardua…. Ma almeno ci sto provando.
Ogni giorno siamo tartassati e bombardati da ogni tipo di pubblicità relativa al junk food, il così detto cibo spazzatura: snack ipercalorici, pranzi last minute precotti ricchi di conservanti, merendine zuccherate, etc. Un “attacco” mediatico che coinvolge i bambini che, sovente, chiedono quel prodotto specifico perché più attraente.
Sta a noi genitori indirizzarli verso il cibo che rappresenta un maggiore nutrimento.
L’educazione alimentare dei piccoli infatti, come riferito da molti pediatri, è affidata alle mamme e ai papà che per primi devono dare il buon esempio su cosa e come mangiare, senza eccessive costrizioni, ma rendendo la cosa il più naturale possibile.
Secondo quanto affermato da molti nutrizionisti ed esperti del settore, alimentarsi in modo corretto non significa privarsi dei “cibi buoni”(ma poco sani) inserendo nel nostro menù quelli più sciapi e meno attraenti, bensì significa variare e diversificare i piatti proposti in tavola, fornire maggiori alternative rispettando le dovute proporzioni, soddisfacendo così il fabbisogno energetico di ogni singolo individuo.
Un’educazione, quella alimentare, che deve essere protratta anche nell’ambiente scolastico, luogo ove solitamente i nostri bambini usano consumare maggiormente merendine e snack, più comodi da trasportare nello zaino o facilmente reperibili presso i distributori automatici presenti nei plessi scolastici.
L’ideale sarebbe confezionare torte o dolcetti fatti in casa, operazione non sempre fattibile, soprattutto per le mamme lavoratrici; in alternativa è possibile offrire ai piccoli snack alla frutta o ai cereali o, meglio ancora, della frutta fresca di stagione, cercando di abituare i bambini sin dall’età dello svezzamento a prediligere quest’ultima.
Come detto in precedenza, l’esempio deve essere dato dai genitori che per primi devo mostrare il loro gradimento verso cibi e abitudini alimentari sane, a partire dalla colazione che non deve mai essere saltata e, se possibile, essere consumata da seduti e con la dovuta calma.
E’ inoltre importante consumare i pasti principali tutti insieme, quando il tempo e gli impegni lo consentono, e con la tv rigorosamente spenta, in modo tale che i commensali non vengano distratti.
Può tornare inoltre utile lasciarsi aiutare nella preparazione dei pasti, in questo modo i bambini prendono dimestichezza con ciò che andranno ad ingerire, imparando a distinguere i vari alimenti utilizzati nella composizione dei piatti.
Infine, per non eccedere in privazioni eccessive, è importante anche concedersi e concedere ai propri figli il così detto “strappo alla regola”, ovvero limitate occasioni durante le quali ci si può concedere un junk food.