Quante di noi mamme hanno proprio avuto a tavola i più terribili duelli e scontri con i propri figli?
Ebbene, una famosa nutrizionista, Maryann Jacobsen, ha recentemente collaborato alla stesura di un libro dove fa cadere, uno a uno, molti dei punti fermi tradizionali che normalmente teniamo nel rapporto con i nostri figli e il cibo. Nel libro “Nutrire senza paure: come far crescere un bambino sano a tavola, dal seggiolone al college”, Maryann spiega come, spesso, a causa di atteggiamenti errati, ormai tradizionalmente appresi ed accettati, si rischia di fare crescere con dei condizionamenti sbagliati i bambini, fino ad arrivare a casi tristemente conosciuti di disturbi del comportamento alimentare.
“Educare i bambini in modo severo a tavola, come con la famosa frase “pulisci il piatto”, può mettere in atto degli effetti negativi e dei disturbi gravi nel regolare equilibrio con il cibo, durante l’età infantile, disturbi che possono poi sfociare in atteggiamenti più pesanti nell’età successiva.” Questo è ciò che sostiene l’esperta Maryann Jacobsen.
Maryann sottolinea che: “Se ci mettiamo a negoziare e ricattare a tavola il bambino, questi perde di vista i segnali interni naturali della sazietà e della fame.” “Quando saranno adulti, i “doveri” relativi all’alimentazione avranno ormai sovrastato e sedato la saggezza e l’equilibrio naturali, insiti in loro, di cui essi non avranno più consapevolezza.”
Alcuni ricercatori dell’Università del Minnesota hanno scoperto se questi indicatori naturali ed istintivi vengono mantenuti lasciando i bimbi liberi nell’alimentazione, questi, una volta diventati adulti, riescono più facilmente a mantenere il proprio peso forma e si riscontrano anche molti meno problemi relativi a disturbi alimentari. Le ragazze in particolare saranno meno soggette a bulimia e anoressia.
Secondo un sondaggio pubblicato nell’uscita di maggio della rivista Pediatrics, circa la metà dei genitori desiderano che i loro figli “puliscano il piatto” e circa un terzo insiste che mangino ancora, benché si dichiarino sazi. Questo atteggiamento diventa determinante per la formazione del bambino e gli esperti esortano i genitori, invece, ad assecondare i propri figli perché, in fondo, loro sanno già quanto devono mangiare, dunque incoraggiarli all’eccesso è solo deleterio.
La moderazione, che è già, nella maggior parte dei casi, insita nelle abitudini alimentari dei bambini, è un valore da rispettare e tutelare. Se vengono “addestrati” a mangiare tanto, finiranno per non riconoscere più i segnali del proprio corpo relativi alla sazietà! Un piatto pulito non è per nulla sinonimo di un piatto felice!
La dottoressa Linda Gilmore, psicologa, dice: “I genitori non dovrebbero trasformare il momento dei pasti in una lotta perché molti disturbi dell’alimentazione nascono proprio dalla volontà di poter controllare il proprio corpo come non si è potuto fare precedentemente.”
“Se i bambini sono forzati a restare seduti a tavola contro la loro volontà, ben presto vorranno e otterranno una rivalsa che costerà loro diversi problemi nutrizionali.”
Gli studi fatti mostrano come l’83% dei bambini mangino più di quanto non sia loro necessario. Per ottenere questi risultati, i genitori sono disposti a tutto: ricatti, premi, minacce, lusinghe, ragionamenti. Generalmente le mamme insistono maggiormente con i figli maschi e i papà con le figlie femmine.
L’idea di fare mangiare a “dismisura” i figli è radicata dai tempi in cui i pasti non erano certi, e quando c’era da mangiare era meglio farlo in abbondanza perché non si sapeva quando poteva succedere nuovamente, ma oggi, naturalmente, non è così, almeno per la maggior parte degli individui.
“Un buon rapporto con il cibo si costruisce con bambini che possano ascoltare i segnali del loro corpo” scrive Maryann “non le regole precostituite dai genitori.” Sembra inoltre che, i bambini lasciati liberi di seguire le proprie inclinazioni a tavola, si orientino istintivamente verso cibi più sani e meno calorici. Allo stesso modo, obbligarli a scegliere cibi sani e far loro desiderare i dolci li renderà adulti più golosi.
Dunque gli studi fatti e poi suggeriti dalla dottoressa Maryann indicano in uno stile alimentare “intuitivo” la chiave necessaria per far star bene a tavola i nostri figli e farne degli adulti consapevoli e misurati nel loro rapporto con il cibo.
Fonti: http://parenting.blogs.nytimes.com http://www.dailymail.co.uk