La questione è annosa e altrettanto spinosa.
In breve si può riassumere nel dubbio amletico se sia bene sottostare alla tecnologia, alla comodità e far usare anche ai bambini il cellulare o, viste alcune ricerche fatte, senza certezze, a scanso di equivoci, meglio tenerli lontani.
Quante volte anche per brevi momenti ci siamo trovati a passare il cellulare a nostro figlio per salutare il papà o i nonni, e quante volte ce lo “rubano” per trafficare tra suonerie e giochini?
Quanti di voi lo lascerebbero fare se si provasse che effettivamente maneggiare un cellulare sarebbe un po’ come passargli una sigaretta e permettergli di prenderne una boccata?
Sono sempre più numerose le ricerche che proverebbero l’incidenza di tumori cerebrali con le onde emesse dai cellulari e, in generale, da tutte le onde a radiofrequenza, anche quelle emesse da tutti gli apparecchi wi-fi.
Naturalmente il cervello dei bambini è ancora più a rischio essendo i loro tessuti e il loro cranio ancora in formazione.
I bambini tra i 5 e gli 8 anni possono assorbire anche il doppio delle radiazioni di un cervello adulto, anche per il contenuto maggiore di liquidi interni. Sì, è vero, i rischi non sembrano elevati ma sussistono.
Sono emersi ultimamente anche problemi relativi ad aritmie cardiache.
Occorrono anche più di dieci anni perché un tumore cerebrale si sviluppi, questo potrebbe giustificare il fatto che, allo stato attuale, non possediamo ancora studi a lungo termine che possano dare dei risultati certi.
L’osservazione di questi fatti risale solo ai primi anni ’90.
Uno studio israeliano del 2006 pubblicato nell’American Journal of Epidemiology ha rilevato un incremento del tumore alla ghiandola parotidea in persone che avevano usato il cellulare in modo massiccio per 10 o più anni, soprattutto residenti in zone rurali dove le onde dovevano “lavorare” di più per mancanza di segnale.
Uno studio svedese, pubblicato sempre nel 2006, ha stabilito che il rischio di tumore al cervello laterale aumenterebbe del 240% in persone che usino il cellulare per circa un’ora al giorno, per 6 anni consecutivi.
Molto eloquente una ricerca effettuata da studiosi russi che hanno studiato due gruppi di bambini tra i 5 e i 12 anni: agli appartenenti di un gruppo era stato dato in dotazione il cellulare, agli altri no.
Ebbene è stato dimostrato che, in chi usava l’apparecchio, si evidenziava una ridotta capacità di concentrazione, un aumento di stanchezza, un calo della memoria e una significativa perdita della capacità di discernere la differenza tra vari suoni.
Inoltre gli utilizzatori mostravano disturbi comportamentali e problemi funzionali lievi ma mai avuti prima!
Pensiamo anche all’esposizione a cui li sottoponiamo fin dal grembo.
Sarebbe sempre auspicabile limitare più possibile l’uso di questi apparecchi nei bambini e ritardarne la loro diffusione più possibile.
Teniamo sempre presenti le linee guida valide per tutti:
- spegnere i ricevitori wi-fi in casa se non utilizzati;
- non posizionarli, se possibile, nelle camere da letto;
- utilizzare il cellulare il più possibile lontano dall’orecchio (almeno 3 cm), cambiando spesso il lato, stando meno possibile in linea;
- utilizzare i dispositivi viva-voce a filo;
- evitare di tenere gli apparecchi accesi se stanno cercando inutilmente la rete;
- non lasciare il cellulare nelle tasche, alla cintura o comunque a stretto contatto con il corpo, così come tutti gli apparecchi wifi, (ad esempio i portatili sulle gambe);
- evitare di usare questi dispositivi in ambienti ristretti come le automobili.
Malgrado molte voci discordanti e altalenanti, i costruttori di apparecchi cellulari, per salvaguardarsi, inseriscono avvisi di cautela ben chiari nei libretti di istruzioni che spesso, ahimè, vengono accantonati immediatamente nei cassetti, se non nei cassonetti.
Un motivo per tale precauzione potrebbe purtroppo trovare fondamenti concreti.
I pochi e brevi studi fino ad ora effettuati sono stati condotti in ambienti che poco hanno a che fare con la quotidianità, in situazioni simulate e spesso le emissioni sono state calcolate partendo da cellulari inseriti in appositi gusci e non attraverso un cellulare posto in una tasca a stretto contatto con una persona per ore, ogni giorno.
Spesso anche l’iperattività e deficit dell’attenzione sono stati associati all’uso di cellulari.
Ciò dimostra che l’uso di questi apparecchi fa emergere o nascere anche disturbi più immediati, magari non legati ad effetti chimici o fisiologici ma psicosomatici. E’ abbastanza palese che chi utilizzi il cellulare in maniera massiccia, sviluppi dei comportamenti asociali spiccati, tenda ad isolarsi e a generare, in modo indotto, dei meccanismi ossessivi-compulsivi. Questo ancora di più nei bambini che hanno un sistema comunicativo e sociale ancora molto fragile.
Come sempre in questi casi, non creiamo allarmismi esagerati, non vogliamo precluderci la tecnologia ma ricordiamoci che non ne dobbiamo rimanere succubi, sacrificando magari la nostra salute e quella dei più indifesi bambini, prevenire è sempre meglio che curare.
Fonte: http://www.mothering.com