Recenti scandali a sfondo sessuale hanno indignato l’opinione pubblica cinese.
L’ultima in ordine di tempo la notizia, circa due settimane fa, di un dirigente scolastico e un funzionario del governo che avrebbero rapito e stuprato 6 ragazzine della scuola elementare nella provincia meridionale dello Hainan.
Esempi di questi crimini sono purtroppo sempre più spesso frequenti, o perlomeno vengono sempre più spesso pubblicati su giornali e TV.
E purtroppo stupri su minori spesso vengono alimentati da un’antica credenza secondo la quale il sesso con le vergini aumenta le possibilità di fare carriere in ambito professionale. E ovviamente, più giovani sono le vittime, maggiore è la probabilità che siano vergini.
Molti altri i reati di violenze minorili che negli ultimi tempi si sono susseguiti sull’ immenso territorio cinese.
E adesso si punta il dito contro una legge, emanata nel 1997, secondo la quale che in casi di violenze, l’imputato può dichiarare di non essere a conoscenza dell’età della ragazza, e che il rapporto era consenziente per ottenere uno sconto di pena. Alcuni sostengono che queste norme sono volute dai potenti per potere agire impunemente.
Tong Lihua, direttrice del Comitato di Protezione dell’Infanzia presso l’Associazione Nazionale degli Avvocati afferma che sia necessaria una legge che protegge i minori da tali abusi, e che quella attuale è di base inadatta.
La legge del 1997 inoltre regola il reato di induzione alla prostituzione infantile, meno severe dello stupro di minore.
Con questo reato, l’induzione alla prostituzione infantile, le pene, senz’ altro meno severe di quelle per stupro, mettono troppo spesso al sicuro i colpevoli, e per di più identificano in maniera distorta le piccole vittime, poi accusate di prostituirsi.
Tong Lihua conclude la sua relazione sostenendo la necessari età di una legge che abolisca questo elemento discriminante e che protegga maggiormente i bambini dagli adulti.