I primi tre mesi della gestazione sono caratterizzati, per più del 50% delle donne in attesa, da fastidiose nausee talvolta accompagnate anche da scialorrea (eccesso di salivazione), vomiti e conati.
Tali manifestazioni non sono altro che una risposta dell’organismo all’ormai noto cambiamento ormonale: la gonadotropina corionica umana (HCG) secreta dalla placenta aumenta all’incirca verso le sesta settimana fino a ridursi e stabilizzarsi dopo la dodicesima settimana.
Il progesterone, da parte sua, non solo causa bruciori di stomaco e predispone al reflusso gastroesofageo per quanto rallenta anche il transito intestinale provocando in alcuni casi stitichezza.
Va sottolineato, però, che non tutte le donne sono sensibili al cambiamento ormonale: ciò nonostante soffrono comunque degli stessi sintomi di chi ne è più sensibile; in questi casi è importante tenere presente il fattore psicologico che comprende paure e ansie comuni alla quasi totalità delle future mamme.
In linea di massima tali manifestazioni sono più frequenti durante le prime ore del mattino, in particolare appena dopo il risveglio, e possono essere accentuate da alcuni fattori quali la vista di particolari cibi o l’odore di altri.
Numerosi sono i rimedi di tipo naturale: esistono infatti diversi alimenti che, una volta assunti, sono in grado di ridurre le fastidiose nausee.
Il limone e la menta, ad esempio, per le loro proprietà digestive e il loro sapore aiutano a bloccare la nausea: una foglia di menta o una fetta di limone premuto in acqua bastano a ridurre il fastidio; i cibi contenenti carboidrati, inoltre, sono da preferire rispetto a quelli troppo grassi o liquidi: appena sveglie, ad esempio, è buona norma mangiare del pane tostato o un dolcetto di riso, anziché consumare dolci farciti con creme o cioccolato.
Importante è il numero dei pasti: portare da 3 a 5 o 6 il numero di volte in cui si mangia durante un’intera giornata fa in modo da evitare che si avverta il cosiddetto “vuoto allo stomaco”, tale fastidio, infatti, è uno dei principali precursori del vomito.
Tra i diversi accorgimenti, poi, vanno menzionati sicuramente quelli che riguardano l’idratazione: con la nausea in atto si avverte difficoltà nel bere, per questo si possono prediligere bevande zuccherate (senza eccedere nei quantitativi) o gasate (senza caffeina)… l’importante è evitare le bevande acide come le premute di agrumi o il caffè che non fanno altro che peggiorare la situazione.
Benché numerosi siano i benefici ricavabili da una giusta alimentazione talvolta accade che i rimedi naturali non risultino sufficienti ed è per questo che ci si rivolge ai farmaci.
A proposito di questo le donne più adulte ricorderanno che poco più di 50 anni fa esisteva un farmaco contro le nausee, il Talidomide, che fu successivamente tolto dal commercio a causa delle malformazioni che era in grado di causare nei bambini (20.000 nel mondo, 700 in Italia).
Oggi, la Fda (agenzia Usa dei farmaci), approva il primo farmaco contro le nausee dopo il precedente scandalo.
Il Diclegis, nuovo sul mercato, è costituito da doxilamin succinato (antistaminico) e da vitamina B6; le dosi vanno dalle due alle quattro tavolette al giorno. La sua efficacia è stata testata su 261 donne gravide; l’unico effetto indesiderato più comune è la sonnolenza, a causa del quale è importante non svolgere attività che richiedano piena lucidità (es: guidare).
A quanto pare, quindi, c’è da fidarsi di questo nuovo farmaco… anche se è sempre buona regola dare la precedenza ai rimedi “light”.