Salve a tutti mi chiamo Alex (diminutivo di Alexandra) e sono una piccola fata del bosco frutto dell’immaginazione di una bambina di nome Marta.
Ora vivo accantonata insieme ai suoi ricordi d’infanzia e ogni tanto,quando i ricordi la riportano da me, passa a farmi una saluto, anche se fino al suo ingresso alle scuole superiori siamo state amiche inseparabili.
Ero la sua miglior confidente, quella che, nonostante la piccola statura, le asciugava le lacrime se era triste e quella che l’accompagnava tutte le sere verso un mondo fatto solo di sogni.
Marta è sempre stata una bambina particolarmente silenziosa, timida e poco espansiva. Era costantemente complessata dalle sue forme arrotondate e i costanti rimproveri della madre e della nonna sul fatto che mangiasse troppo di certo non la aiutavano. Non la aiutava nemmeno il fatto di essere sempre paragonata, dai genitori, ad altri bambini più bravi di lei con i quali non riusciva mai a reggere il confronto. Si sentiva inferiore a tutti e non riusciva mai ad esprimere i propri pensieri ritenendoli poco importanti e poco interessanti.
Ma con me parlava e parlava tanto. Mi raccontava della sua giornata, del suo desiderio di essere notata dagli altri bambini, di essere scelta, almeno per una volta, nella squadra di qualcuno invece di vedere litigare i proprio amichetti su chi non la volesse, cosa che puntualmente la faceva rinunciare a giocare. Mi parlava di come adorasse la palla a volo, nonostante la sua bassa statura, e le facevo sempre compagnia quando scendeva nei garage ad allenarsi da sola contro il muro. Le stavo accanto lodandola per una forte schiacciata o incoraggiandola malgrado una battuta riuscita.
Ero con lei alle recite scolastiche dove faceva parte del coro e quando fu scelta, con altre tre ragazze, per una canzone da solista. Peccato che nessun’altro dei sui familiari fosse lì ad ascoltarla.
Tutte le sere, prima di addormentarsi, la portavo nel mio mondo. Grazie alla magia dei sogni diventava piccola come me e insieme volavamo nella foresta raggiungendo il mio piccolo villaggio.
La portavo a casa mia a mangiare i biscotti fatti da mia madre, giocavamo in riva al fiume o sotto la cascata, ma il posto che lei amava di più era una piccola collina dov’era cresciuto un salice piangente. Li si sdraiava e iniziava a leggere. Adorava leggere e non aveva preferenze. Leggeva di tutto e spesso molti abitanti del mio villaggio venivano con noi per sentirle raccontare di principesse, maghi, alieni e tutto ciò che era racchiuso nei suoi libri.
Oggi Marta è cresciuta ed è cambiata molto, è diventata una mamma dolce ma dal polso fermo.
Ogni tanto si domanda ancora se stia facendo la cosa giusta, se a qualcuno interessa davvero cosa stia dicendo, cercando continue conferme in tutti.
Non mi ha mai dimenticata e a volte, quando non riesce a dormire, viene a chiamarmi per raggiungere insieme il grande salice e rilassarsi chiacchierando. Non stupitevi di questo e non consideratelo sintomo di pazzia è semplicemente un piccolo sogno fatto ad occhi aperti.
Questo articolo è il dono di una mamma che, in memoria della sua infanzia, ci ha presentato la sua fatina, amica di un rifugio fantastico dove le paure e le ansie del mondo cessavano. Alla nostra amica vanno i più sentiti ringraziamenti dell’intera redazione di Vita da Mamma, << Grazie a M.>>.