Quando si parla di reati informatici si è soliti identificare come colpevoli giovani ragazzi e/o uomini e donne sulla trentina, ma non di certo ad una signora di 60 anni.
La vicenda è accaduta la scorsa estate quando un operaio 50enne di Collagna, città in provincia di Reggio Emilia, si è ritrovato un consistente ammanco sulla sua carta prepagata postepay. Impossibilitato dall’effettuare un acquisto, in quanto la carta risultava vuota, si è apprestato a verificare i movimenti del suo conto corrente notando che qualcuno aveva effettuato un prelievo di 250 euro.
Il furto è stato poi denunciato ai carabinieri di Collagna che, dopo un’accurata indagine realizzata seguendo la pista telematica lasciata dai movimenti del denaro prelevato, sono giunti fino a Verona identificando il ladro in una donna di 60 anni.
L’insospettabile “nonna hacker” ha dapprima negato il suo coinvolgimento nel furto, dichiarando di esser stata lei stessa vittima di un hacker: negazioni che però non hanno avuto successo.
Al momento dell’illecito infatti, il denaro prelevato è stato trasferito su un’altra carta prepagata la cui intestataria era proprio la 60enne, la firma sui documenti per ottenerla ne provavano la “proprietà” certa.
La donna è stata quindi accusata di frode informatica e, a quanto emerge da altri riscontri, sembra che nel tempo abbia raccolto altre esperienze analoghe.