Un feto è il corpo di un bambino in divenire, durante la gestazione nel ventre materno il feto si fa creatura perfetta e meravigliosa. Può accadere tuttavia che il processo di sviluppo di un feto si interrompa, in altre parole la vita intrauterina può cessare e lo sviluppo che naturalmente porta alla “costruzione” del bambino si può bloccare. E ciò ovviamente determina la morte del feto.
- Il feto morto cos’è e che diritti ha?
Nessuna risposta a questi interrogativi è scevra da implicazioni etiche e morali. Proprio l’etica, la morale e la scienza si scontrano nell’annoso dibattito relativo alla considerazione e ai possibili usi per fini scientifici dei feti morti.
Ovvio è che la qualificazione e la considerazione del feto diviene il fulcro ed eventualmente il limite della azione medico scientifica, nonché della ricerca. Questi argomenti non sono di poco conto, non lo sono in linea generale e sono ancor meno trascurabili oggi nell’epoca del progresso scientifico e a fronte dell’avvento delle staminali.
Un feto umano è stato abbandonato in una cella frigorifera del laboratorio di biotecnologia dell’Università Bicocca di Milano. Questo feto, il suo macabro ritrovamento annunciato clamorosamente dai mezzi di stampa, e la collocazione del “cadavere” proprio nel dipartimento di biotecnologia, hanno aperto un caso che non può essere considerato estraneo ai dibattiti etici contemporanei.
L’Università Bicocca fa sapere che è stata avviata una commissione d’inchiesta interna volta a fare luce sul ritrovamento del feto nel laboratorio di ricerca, cioè dentro le aree universitarie dedicate alla sperimentazione scientifica e allo studio di ricerca.
- Chi ha collocato quel feto in un frigorifero universitario, come lo ha fatto e con quale scopo?
Sebbene non siano ancora chiare le cause e le modalità che hanno condotto alla deposizione del feto nella cella frigorifera, è evidente che uno spazio universitario di ricerca è stato “violato”. Ciò ammettendo che nessuna sperimentazione su feti umani era in corso alla Bicocca, come decisamente sostenuto e puntualizzato dai responsabili del dipartimento e dell’Università.
- Ma il feto, ora a disposizione delle autorità inquirenti, rappresenta una minaccia, è un avvertimento, costituisce un sabotaggio o incarna un’azione dimostrativa?
Angelo Vescovi, professore associato di biologia applicata all’università Bicocca, è il responsabile del dipartimento in cui è stato ritrovato il feto. Con la sua equipe di ricercatori, il professore conduce una ricerca sulla sclerosi laterale amiotrofica, la sperimentazione prevede il trapianto nel midollo dei pazienti di cellule cerebrali prelevate da feti morti per cause naturali. Secondo il professore questa ricerca sarebbe la causa a cui ricondurre il macabro ritrovamento e nello specifico il feto potrebbe essere un tentativo di boicottare questo importante studio scientifico.
Vescovi, che in passato si è pubblicamente esposto contro l’inseminazione eterologa e l’uso di cellule embrionali, ha, a causa del suo lavoro e delle sue posizioni, già subito minacce telefoniche e sabotaggi. A fronte del macabro ritrovamento, il Professore si espone ancora una volta e denuncia le profonde resistenze su una sperimentazione che prevede l’uso di materiale proveniente da biopsie cerebrali effettuate su feti morti solo per cause assolutamente naturali.
Si attendono gli esiti degli accertamenti peritali sul feto e sui frigoriferi ove è avvenuto il rinvenimento.