Milano, Università Bicocca – in una cella frigorifera del dipartimento di Biotecnologia c’è un feto umano.
Quest’oggi 18 marzo 2013, ore 13.35 circa, il centralino del 113 di Milano riceve la notizia choc. Ad allertare le autorità è una dipendente del dipartimento incorsa per caso nel macabro ritrovamento.
Le autorità prontamente accorse hanno constatato che vi era un feto umano deposto all’interno di una cella frigorifera. Il feto e la sua anomala bara sono stati oggetto di rilievi medico scientifici.
Per disposizione giudiziale è giunto sul posto anche un medico legale, il pm ha ritenuto necessaria la presenza della figura professionale per escludere che quello ritrovato possa essere un feto animale.
Le analisi sono ancora in corso. E ad onor del vero va precisato che nel corso delle primissime settimane di gestazionealcuni feti animali sono assai simili ai feti umani, al punto che ad una prima e parziale osservazione potrebbero anche essere tra loro confusi.
Le fonti giornalistiche parlano di feto umano e, stando alle primissime indiscrezioni, sarebbe trapelato che si tratta di un feto di un età gestazionale compresa tra i 4 e i 5 mesi.
Il feto rinvenuto è al momento sotto sequestro giudiziario presso l’istituto di medicina legale di piazzale Gorini. Resta a disposizione dell’autorità giudiziaria e su di esso avranno luogo ulteriori accertamenti peritali.
Il responsabile dell’ufficio stampa della Bicocca fa sapere che il gruppo di ricerca nella cui disponibilità era il frigorifero ove è avvenuto il ritrovamento si dichiara del tutto ignaro e precisa che nessuna sperimentazione in corso presso l’ateneo ha ad oggetto feti umani. Testualmente è stato dichiarato che «l’ateneo non ha approvato linee di ricerche che prevedono l’utilizzo di feti umani, e che pertanto il ritrovamento non è conforme ai protocolli autorizzati ».
Si attendono gli esiti delle indagini e dei rilievi medico scientifici.