Queste parole sono state pronunciate da Paul Hanson, un avvocato di Seattle, padre di Dianna Hanson, la ragazza di soli 24 anni uccisa e sbranata da un leone mentre era intenta a pulire la gabbia del felino all’interno dello zoo che lo ospitava.
La scioccante tragedia è avvenuto in California, esattamente nello zoo “Cat Haven Sanctuary” situato a Dunlap, una cittadina della contea di Fresno.
Dianna, che aveva conseguito una laurea in ecologia presso la Western Washington University e aveva effettuato uno stage in Kenya nel parco del Conservancy Soysambu, lavorava come stagista presso lo zoo californiano da circa due mesi.
Secondo una prima ricostruzione resa nota dal coroner, il leone, un esemplare di 5 anni del peso circa di 2 quintali e mezzo, sarebbe uscito dalla piccola gabbia nella quale veniva rinchiuso quando gli addetti provvedevano a portagli il cibo oppure quando, come nel caso della giovane vittima, la gabbia più grande veniva pulita.
La porta della gabbia infatti era inspiegabilmente aperta.
La stagista, che al momento dell’aggressione stava parlando al cellulare con un collega, non si è accorta di nulla se non quando era ormai troppo tardi. Il leone, chiamato Cous Cous, le è saltato addosso uccidendola con una zampata che le ha spaccato il collo, dopo di che ha infierito sul corpo esamine sbranandolo.
La polizia, prontamente allertata dal collega con il quale Dianna si intratteneva al telefono, ha dovuto abbattere l’animale affinchè lasciasse libero il corpo della ragazza.