Sembra la strada giusta. Un gruppo di ricercatori dell’Università del Mississippi “John Hopkins” ha somministrato una “cura funzionale” ad una bambina americana affetta da Aids.
Questa guarigione potrebbe essere la cura per moltissimi malati di Hiv.
A capo del team una virologa, Deborah Persaud.
La bimba oggetto della cura era nata affetta dal virus, da una madre anch’ella malata. A 30 ore dalla nascita alla piccola era stato somministrato un “cocktail antiretrovirale”, una terapia d’urto, con dosi massicce di farmaci. A un mese dalla nascita nel sangue della bambina la presenza di virus era non rilevabile. La piccola è stata curata con i farmaci fino ai 18 mesi, poi i ricercatori hanno interrotto la cura.
A quasi un anno dall’interruzione sono stati ripetuti i test sugli anticorpi, che hanno dato risultati negativi: niente virus nel sangue.
«Il nostro prossimo passo è quello di scoprire se questa è una risposta insolita o qualcosa che si può effettivamente replicare in altri neonati ad alto rischio», sostiene La dottoressa Persaud.
Se questo non fosse un caso particolare, sarebbe in grado di modificare l’approccio alla cura di questa malattia, ed essere adottato anche nei moltissimi casi di bambini che nascono affetti da Hiv nelle zone dell’Africa sub-Sahariana.
Nel frattempo possiamo senz’altro fare gli auguri per la guarigione alla piccola statunitense