San Malachia fino a ieri non evocava grandi ricordi. Forse perché a memoria di noi viventi non era mai accaduto che un papa lasciasse.
Ma San Malachia l’aveva predetto. Aveva “visto”. Chiamato a Roma nel 1139 da Papa Innocenzo II per essere nominato legato pontificio d’Irlanda, Malachia O’ Morgair, vescovo di Armagh, si narra abbia fatto un sogno. E nel sogno prevedeva l’elezione di 112 papi, Da Celestino II (che venne eletto nel 1143), fino a Petrus Romanus. E sembra che nella sua profezia il centoundicesimo papa sia identificato in Benedetto XVI.
Qualcuno sostiene inoltre che nella lista dei 112 motti di Malachia ne sia stato omesso uno, quello di cui si parla proprio del dopo le dimissioni di Ratzinger. L’ultimo motto, perduto, sarebbe stato “Caput nigrum” Cioè capo nero. Verrà eletto un papa nero come ultimo pontefice? O forse “caput nigrum” è il riferimento dello stemma di Benedetto XVI raffigurante una testa di moro? Se fosse così l’ultimo papa sarebbe proprio lui. Altre interpretazioni sostengono invece che Caput nigrum non sia da intendere soltanto il capo della chiesa, il papa, ma un capo, un leader, un regnante. E allora immediatamente il pensiero va ad Obama.
Il papa nero però ha sempre portato alla memoria rivelazioni appartenute al più famigerato profeta Nostradamus. Colui che aveva previsto tutto, dalla fine del mondo al papa nero, appunto. Sembra infatti, che in una sua quartina riferisca “Sarà l’eletto Grigio e Nero dalla Grande Compagnia di Gesù”: si tratta dell’elezione di un preposto generale detto popolarmente proprio papa nero.
Ultimo o centododicesimo, nero o di altre etnie, la notizia sensazionale di ieri è l’unica cosa reale che al momento possiamo registrare.