Oggi è martedì grasso! Si usa definire “grasso” il martedì che chiude i festeggiamenti del carnevale perché è l’ultimo giorno festivo prima dell’astinenza quaresimale.
Questo martedì di festa chiude la settimana carnevalesca, costituita da sette giorni cosiddetti grassi perché tradizionalmente dediti ai bagordi. Il carnevale non a caso si festeggia con tavole ricche: lasagne, dolci e creme di cioccolato rappresentano l’aspetto culinario di questa festa gioiosa e sregolata.
Da un punto di vista squisitamente religioso il Carnevale precede il periodo quaresimale: momento di purificazione dello spirito e del corpo. Così questo martedì viene definito grasso perché rappresenta l’ultima occasione per abbuffarsi prima delle privazioni legate alla quaresima. In passato le privazioni quaresimali erano più diffuse e l’intensità religiosa dell’ultimo giorno di Carnevale era quindi maggiormente sentita. Oggi la privazione quaresimale è meno praticata e non è neanche più tanto estesa l’usanza di confessarsi nella giornata del martedì grasso, costume un tempo, invece, molto diffuso e volto ad espiare i peccati compiuti durante i bagordi festivi.
Già gli antichissimi romani in epoca precristiana festeggiavano i Saturnali, in quei giorni (che cadevano nel mese di dicembre) i romani si concedevano intensi momenti di festa in cui tutti si liberavano dalle regole e sovvertivano l’ordine precostituito. Partecipavano ai festeggiamenti gli uomini liberi come anche gli schiavi e tutti vivevano riti ispirati dalle medesime istanze che da sempre animano le celebrazioni del carnevale; così le celebrazioni dei Saturnali possono essere definite le primigenie feste carnevalesche della tradizione romana.
È chiaro che, indipendentemente dalla implicazione religiosa ed indipendentemente dall’era o dal momento storico, i diversi “riti carnevaleschi” hanno da sempre incarnato il bisogno dell’uomo di rompere le regole, di uscire dalle proprie vesti, di giocare, di divertirsi e di sconvolgere la normalità.
Col tempo gli adulti hanno perso la gioia estrosa del carnevale o forse hanno rinunciato al gusto di concedersi l’evasione carnevalesca, ma questo privilegio è rimasto ai bambini.
I costumi dei piccoli sono sempre più raramente quelli della tradizione perché i bambini vengono animati dai miti televisivi, aspirano ad interpretare i ruoli dei loro eroi e desiderano incarnare i personaggi delle fiabe e dei cartoni animati più amati.
Oggi è giorno di sfilate, feste in maschera e parate in costume in cui i bambini possono e devono sognare …
… sogneranno di essere ciò che non sono, incontreranno i loro amici travestiti da eroi, riconosceranno il costume del loro nemico e quello dell’alleato, si confronteranno con l’immaginario che diviene realtà e comprenderanno che rompere le regole per poi ricostituirle è eccitante anche se non sempre è ammissibile.
Il Carnevale rappresenta un’ “alterazione” della realtà che il bambino deve viverein pieno e con la più profonda e completa gratificazione.
Grazie al Carnevale il bimbo può comprende la “distorsione” della realtà e potrà chiarire a se stesso anche l’importanza delle regole comuni.
In questo senso il travestimento ed il carnevale possono essere occasione di crescita per il bambino che maturerà divertendosi, lo farà giocando col ruolo che ha deciso di incarnare attraverso l’uso di un costume, entrando nell’atmosfera carnevalesca, lanciando coriandoli e stelle filanti dal balcone, suonando il suo tamburo per strada, andando alla festa in maschera e vestendosi in modo del tutto fori dal comune.
Lasciate dunque il Carnevale ai bambini, concedetegli di viverlo nel modo più ricco e pieno possibile ammettendo che la crescita passa anche attraverso lo stupore, le emozioni più intense e la gioia.