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Febbre nei bambini, cosa fare

di Mamma Alessandra

31 Gennaio 2013

In questi giorni più freddi del generale inverno nelle strade e nelle case un ospite viene a trovare i bimbi di tante famiglie: la febbre.

Purtroppo i giorni invernali portano con se virus e batteri, che i medici chiamano cause esogene, cioè elementi estranei al corpo. E questi agenti, da esterni, vengono a “depositarsi” tra le nostre cellule, cercando riparo. Ed ecco che all’interno del nostro corpo comincia la battaglia. Proprio per combattere questi agenti esogeni il corpo tenta di difendersi aumentando la temperatura e tentando di distruggerli. Si riduce così la dispersione del calore sentendo mani e piedi freddi, i battiti aumentano e così anche la temperatura.

In effetti dunque la febbre non è una vera e propria malattia, anzi un modo che trova il nostro corpo per rendere la vita di virus e batteri più difficile, proprio perchè le temperature elevate combattono gli agenti esogeni. Ma purtroppo anche le nostre cellule non stanno granchè a queste temperature!

La temperatura corporea, normalmente, varia da individuo ad individuo, ma comunemente temperature superiori a 37° sono considerate stati febbrili.

In caso di bambini, è utile verificare che il rialzo di temperatura non sia dovuto a sforzi, ingestione di pasti o bevande calde o l’essere stato in un ambiente troppo caldo. Se non si avvisa nessuno di questi casi, e la febbre persiste a temperature superiori a 38°, bisogna agire non superando le 24 ore dal primo episodio. Il primo intervento è senz’altro farlo bere: acqua principalmente ma anche camomilla o tè deteinato. Poi è importante considerare lo stato fisico del bambino. Controllare che non sia pallido, o che sia vivace da giocare e mangiare. E’ utile inoltre tenere sotto controllo altri segnali come la respirazione, eventuale vomito o diarrea, o mal d’orecchio e tosse.

Altro errore da evitare è coprire eccessivamente il bambino: è necessario che la temperatura non si alzi anche a causa dell’eccessiva copertura, e che il corpo traspiri liberamente.

Un mito da sfatare, terrore delle nonne apprensive, è l’acqua! E’ possibile fare il bagno ad un bambino con la febbre? Certo che si, ovviamente prestando molta attenzione agli sbalzi di temperatura, alla durata del bagnetto, e ad altre accortezze che si dovrebbero avere anche in persone “sane”. Il bagno deve essere breve, bisogna asciugarsi con cura e bisogna poi acclimatarsi gradualmente alle temperature delle altre stanze appena usciti dal bagno. Una cosa invece da evitare è un rimedio antico, superato anche dalle linee guida di pediatria: le spugnature con acqua o alcool.

Le spugnature servono per abbassare la temperatura corporea in casi di surriscaldamento come i colpi di calore o le insolazioni. Le febbri invece, sono meccanismi “centrali” dell’innalzamento delle temperature (l’ipotalamo in questo caso è la causa dell’innalzamento della temperatura corporea), e l’abbassamento con questi metodi è spesso inutile se non dannoso, e costringe il corpo dei bambini a dispendi inutili di energia.

Con febbri che superano i 38° è bene sempre intervenire con i farmaci. Perchè, se è vero che la febbre è la risposta a virus e batteri, oggi, grazie alle medicine, possiamo combatterli senza dover infiammare il nostro corpo e quello dei nostri figli.

Uno dei farmaci antipiretici per eccellenza è il paracetamolo, la cui assunzione va ripetuta ogni 6/8 ore fino a che la febbre non raggiunge da sola una temperatura inferiore ai 38°.

Il paracetamolo può, anzi deve essere assunto a stomaco vuoto, per accelerare l’effetto antipiretico. Il bambino dunque non deve essere forzato a mangiare: l’ideale sono piccoli pasti e facilmente digeribili. Si può associare inoltre l’assunzione di Vitamina C, che riduce i tempi di guarigione e rinforza le difese immunitarie.

Se nonostante il paracetamolo la febbre dovesse persistere e raggiungere valori molto elevati (a 41° si parla di iperpiressia), è bene consultare il medico per capire se non siano da attuare strategie diverse, magari indagando se il piccolo è stato a contatto con persone malate nei giorni precedenti allo stato febbrile.

Un ultima cautela va seguita dopo la febbre dei bambini: mantenere i piccoli in convalescenza per un paio di giorni ed evitare di gettarli nella mischia immediatamente, per far si che riprendano totalmente le loro forze.



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