Non soltanto la tassa sulla casa è stata reintrodotta dall’ultimo Governo ma è anche di molto lievitata rispetto alla vecchia Ici. Secondo le stime ci sarebbe stato un aumento dell’imposta di circa il 150/160% rispetto alla vecchia Ici.
La fonte di questi dati è Adnkronos che ha confrontato i dati dell’Istat circa la vecchia Ici e quelli degli Enti Locali relativi all’ultimo versamento Imu.
Dall’acconto Imu di giugno sono entrati nelle casse dello Stato circa 9.937 miliardi, cui si è aggiunto un importo simile con il saldo di dicembre, per un importo complessivo di 19.900 miliardi di euro.
Dall’analisi dei dati Istat emerge che il tributo, nel corso degli ultimi dieci anni, è aumentato del 3,7%, un incremento contenuto perché dovuto alla soppressione dell’imposta sulla prima casa.
Nel corso degli anni successivi il gettito dell’imposta è rimasto fondamentalmente invariato e, dal confronti con i dati Ocse, sulla vecchia tassa sugli immobili, risulta che l’Italia è il Paese con la tassazione più bassa sulla proprietà immobiliare, con una percentuale dello 0,6%, rispetto al 3,1% degli Stati Uniti, il 2,4% della Francia, il 3,5% del Regno Unito.
Questi i dati rispetto all’Ici ma con l’introduzione della nuova Imu si calcola che il nostro Paese possa velocemente scalare la classifica dell’Ocse.
Il prelievo medio per ogni immobile è di circa 235 euro, mentre la media pro capite per i soggetti che verseranno l’imposta è di circa 194 euro.
Secondo i dati dell’Agenzia del Territorio l’importo medio dell’Imu per l’abitazione principale è pari a 206 euro, per un’entrata complessiva che supera i 3,3 miliardi, mentre l’imposta media sugli altri immobili ammonta a 761,5 euro.
Dall’analisi per tipo di immobile, invece, viene evidenziato che il prelievo sulle abitazioni principali ammonta al 18,4% del totale mentre l’81,6% riguarda gli altri immobili.
Circa il 68% dei contribuenti ha effettuato il versamento per l’abitazione principale, mentre il 62% sugli altri immobili.
Dal punto di vista territoriale, poi, si è rilevato che il 54,8% dei versamenti complessivi arriva dal nord, il 27,15 dal centro ed il rimanente 8,1% al sud. La media dell’imposta è più alta al centro con 746,3 euro, mentre al nord si raggiunge i 682,2 euro ed al sud 441,1 euro.
In ultimo, dai dati dell’Agenzia del territorio, emerge che la maggior parte dei contribuenti sono persone fisiche che si attestano in una fascia di reddito tra i 10.000 ed i 26.000 euro, versando una percentuale d’imposta del 33,7%.