Augurare ai figli buongiorno, buon appetito e buona notte ha un senso? Ed è corretto abituare i bambini a rivolgere lo stesso augurio a mamma e papà?
Sì, l’augurio di buongiorno, buona notte e buon appetito è importante e significativo ed il suo valore educativo non va trascurato.
Intanto la comunicazione passa attraverso il rispetto. E il rispetto è un valore non un istinto. Lo si ottiene non per diritto ma per merito, riconoscendo le reciproche esigenze e palesando i propri sentimenti.
Rispettarsi in primis significa amarsi apertamente, liberamente e dolcemente.
Il rispetto si acquisisce pian piano con la fiducia e l’affidamento. Non è trascurabile l’apporto che viene da piccoli gesti d’affetto con cui ci si prende scambievolmente cura l’uno dell’altra.
Augurando tutte le mattine con tono dolce “buongiorno” ad un bambino si instaura un rito: è il rito del dolce giorno.
Quel buongiorno, pronunciato in luogo di un perentorio e ansioso “siamo in ritardo” o “presto alzati”, avrà un senso concreto ma delicato perché manifesterà il primo buon auspicio della giornata, il primo buon augurio, è una coccola, una carezza e un conforto.
Inoltre il ripetuto e dolce “buongiorno” insegna al bambino che l’educazione è la prima chiave d’accesso al mondo, ha un valore calmante perché stempera l’ansia del primo mattino e segna, come un suono di tromba edulcorato, l’inizio del nuovo giorno.
– Il valore del “Buon Appetito“
Il “buon appetito” ha, oltre alla stessa peculiarità educativa del “buongiorno” e della “buona notte”, un ulteriore valore sostanziale: isola il momento del pranzo ed indica la fine del gioco. Dal momento in cui ci si augura “buon appetito” si sta composti a tavola e tutti insieme si mangia ordinatamente.
È importante e corretto anche abituare i piccoli a lavarsi le mani prima di accomodarsi a tavola. L’atto di lavarsi le mani (che il bimbo deve essere guidato a vivere come una cautela per la sua salute) si assocerà al buon appetito pronunciato sedendosi a tavola: quando la mamma avvisa tutti che il cibo sta per essere servito è il momento di lavarsi le mani e il bambino, grazie alla ripetizione metodica dei gesti, capisce già che si è prossimi al pasto, si prepara cioè al “buon appetito”. Ecco che lavandosi le mani e dicendo buon appetito il bambino assume regole di comportamento, si allontana dal momento del gioco e si appresta a condividere la tavola con la famiglia.
Chiaro è che il bambino sin dai primi momenti dello svezzamento ha diritto al suo posto in tavola perché la condivisione dei pasti è essa stessa condivisioni degli affetti, senza la famiglia a tavola il buon appetito perde parzialmente il suo valore educativo. È auspicabile che i familiari condividano almeno un pasto al giorno seduti a tavola insieme.
– Il valore della “Buona Notte“
Mai dimenticare il bacio della buona note. Il bambino o il ragazzino che va a dormire affida al sonno le sue stanchezze e al domani le sue speranze. Il bacio della buona notte rappresenta la continuità affettiva, sigilla l’unità familiare e dovrebbero scambiarselo tutti, anche mamma e papà tra loro.
Baciandoci alla sera ci auguriamo un sonno dolce e confermiamo il nostro reciproco amore, baciarsi diventa come dirsi << Sono sempre qui per te, anche quando cala il buio e non mi vedi io ti resto accanto>>.
In conclusione non ci resta che constatare che certi garbati usi, tal volta passati di moda, non sono solo precetti di buona educazione ma rappresentano anche e soprattutto stimoli affettivi da recuperare. Ecco che è giusto recuperare il buon giorno, il buon appetito e anche la buona notte.