I Carabinieri italiani e l’Interpool in Messico hanno cercato Celeste Ruiz presso tre differenti indirizzi e mai l’hanno rintracciata.
È noto che a Cancùn (Messico) è in corso una delicata missione interpool, a cui partecipa un pool di Carabinieri di Vico Equense (provincia di Napoli), ed è manifesto l’intento dell’operazione investigativa, dalla quale si attende null’altro che l’identificazione di “Celeste Ruiz”.
Si cerca di rintracciare, interrogare e sottoporre all’esame del Dna “Celeste” ovvero la giovane donna che attraverso internet ha raggiunto la famiglia Celentano e, comunicando a lungo con loro, si è da sempre presentata come Angela.
Celeste invia attraverso la rete, all’indirizzo dei Celentano, una prima mail il 25 maggio 2010 a quella mail segue, a distanza di pochi minuti, l’inoltro di una prima fotografia che la immortala ed in qualche modo avvalora la sua presentazione.
Nella suddetta mail Celeste fa una rivelazione shock, assolutamente non smentita dall’immagine che l’accompagna: la giovane messicana comunica ai Celentano di ritrovarsi nella storia di Angela, di rivedere se stessa nelle fotografie della bambina scomparsa e di avere, attraverso quelle immagini, recuperato dei ricordi lontani e perduti.
Celeste, che pure intrattiene con le presunte sorelle italiane una lunga corrispondenza via web, chiede apertamente di non essere cercata, dichiara il forte legame affettivo che la unisce a coloro che l’hanno cresciuta e, manifestando il suo intento, afferma che vuole solo far sapere ai Celentano di esserci, di esser viva e di stare bene.
Col tempo, mail dopo mail e chat dopo chat, Celeste e Rossana Celentano (la sorella maggiore di Angela oggi ventiduenne) entrano in empatia, diventano amiche per corrispondenza. È con il sopraggiungere della confidenza che Celeste promette alla famiglia italiana di recarsi da loro, non appena potrà, e di sottoporsi volontariamente ad test del Dna per soffiar via ogni dubbio e avere la certezza sulle proprie origini e sulla propria identità.
Le chat, le mail e ogni conversazione tra Celeste e i Celentano è stata vera, animata da un profondo senso di speranza e dall’amore per Angela.
Questa precisazione va fatta e non è affatto scontata se si pensa che parallelamente alle comunicazioni che intercorrevano tra la Ruiz e i Celentano si muoveva la complessa ed indispensabile macchina investigativa.
Allertando le autorità, mobilitando gli esperti e indagando su Celeste i Celentano non hanno voluto tradire la fiducia della giovane messicana ma, piuttosto, hanno dovuto, come sempre, predisporre i consueti meccanismi di indagine e difesa volti a scongiurare il pericolo che dietro Celeste si nascondesse un mitomane.
Pericolo escluso dalle autorità, gli esperti non solo hanno individuato i luoghi da cui Celeste ha scritto i suoi messaggi web ma hanno anche appurato che le foto inviate nei mesi (si parla di circa 50 immagini) sono tutte vere e non ritoccate. Per di più gli psicologi, chiamati ad esaminare le conversazioni intrattenute da Celeste con le sorelle, ritengono che nulla lasci credere che Celeste non sia l’adolescente che dice d’essere.
Per lungo tempo Rossana, Naomi (la minore delle figlie dei Celentano) e Celeste attraverso la rete hanno parlato, lo facevano sempre tra le tre e le quattro del mattino ed è possibile che Celeste si collegasse quando era da sola in casa.
Gli esperti informatici, durante il percorso compiuto da Celeste e le sue sorelle via web, hanno potuto raccogliere, catalogare e studiare le tracce della Ruiz.
Celeste è stata collocata in due diverse località messicane:
- Acapulco, presso la casa dei Ruiz,
- e Cancun, presso due indirizzi differenti in cui, per,ò non è stata rintracciata fisicamente.
Molte delle mail e anche una telefonata (o meglio degli squilli “esplosi” in casa di Catello e Maria e provenienti dal Messico, rimasti, però, senza risposta, perché la comunicazione si è interrotta prima che i Celentano alzassero la cornetta) provenivano da Acapulco:
le autorità sono certe che i contatti siano partiti dalla casa di un uomo che di cognome fa Ruiz, che per professione è un magistrato, che è sposato con una donna dalla qual ha avuto due figli.
Quest’uomo e la sua famiglia si dichiarano estranei alla vicenda, quando le autorità sono giunte al loro indirizzo i Ruiz hanno gridato al “sabotatore informatico”, hanno pubblicamente giurato di non sapere nulla né di Angela e né tantomeno di Celeste.
Oggi i Ruiz sono indagati per dichiarazioni mendaci e di loro si sa che la signora Ruiz prima di costruire la famiglia di Acapulco, ora indagata dalla polizia internazionale, era già stata sposata, dalla sua precedente unione sarebbe nata una prima figlia che attualmente vivrebbe a Cancun e che presumibilmente avrebbe un’età vicina a quella di Celeste o Angela.
Non è dato sapere se questa figlia sia stata rintracciata dalle autorità e se si possa escludere che sia Angela o Celeste.
Sta di fatto che questa coincidenza “avvicinerebbe Acapulco e Cancun” e spiegherebbe l’invio delle mail a volte da Cancùn, a volte dalla casa dei Ruiz ad Acapulco.
Con le presunte sorelle Celeste ha sempre parlato di Cancùn e mai di Acapulco, lo ha fatto descrivendo persino i pericoli della sua città e anche le difficoltà che vi incontrava (o vi incontrerebbe tuttora, ammettendo che Celeste sia veramente Angela).
Celeste è scomparsa dalla rete non appena gli inquirenti si sono fattivamente mossi in Messico.
È da poco trapelata la notizia che gli uomini impegnati nella missione Interpool sarebbero arrivati ad un preciso indirizzo di Cancùn presumendo di trovarvi Celeste Ruiz, ma in quella casa, dietro quella porta di quella strada e a quel civico di fatto non avrebbero trovato nessuno.
Secondo gli investigatori chi ha inviato le mail e i messaggi lo ha fatto, però, da quel luogo e se così fosse Celeste sarebbe sparita nel nulla per la terza volta.
Questa volta i carabinieri avrebbero seguito le tracce lasciate da Celeste in un sito civetta, ovvero all’interno di una piattaforma internet costruita apposta per indurre la giovane a dare informazioni precise sulla sua collocazione.
Sarebbero entrati in un condominio composto da tre abitazioni e ne avrebbero trovate disabitate ben due. Gli abitanti del terzo appartamento interrogati avrebbero dichiarato di non conoscere Celeste Ruiz.
Celeste si è lasciata ancora una volta inghiottire da Cancùn?
Cancùn è una città complessa ed enorme, ospita quasi 700mila persone, le vie si annodano tra loro e hanno nomi molto simili, numerosissime sono le case disabitate. Inoltre la legge messicana non impone alcun obbligo di comunicare un eventuale cambio di residenza.
Posto che Celeste esiste come figura, cioè posto che esiste la ragazza immortalata nelle foto inviate ai Celentano, la cosa più probabile è che questa giovane, adottata da una famiglia messicana, e che effettivamente si è riconosciuta nelle foto di Angela adesso sia stata indotta alla fuga per “salvare” l’identità con cui è sin ora vissuta e per preservare e coprire chi l’ha cresciuta come una figlia.
L’immagine di Celeste e la sua diffusione restano la speranza di ritrovare Angela.
La rete ha dimostrato la sua forza portando Celeste sino all’indirizzo dei Celentano e svelando la pista messicana, ma la rete potrebbe ancora fare tanto e ha bisogno per contribuire al ritrovamento e all’identificazione di Celeste di una capillare diffusione delle sue foto.
Va detto che l’intenzione prima di Mamma Maria e Papà Catello è saper che Angela c’è, è viva e sta bene.
Celeste, ove dovesse trattarsi di Angela, resterebbe libera di decidere della sua vita, semplicemente otterrebbe in dono dalla sorte il privilegio di riabbracciare due genitori lontani che mai hanno smesso di amarla e cercarla.
Al di là di ogni verità e responsabilità giuridica, esiste in questa storia dolorosissima un supremo diritto di tutte le vittime, di Angela, dei genitori e delle sorelle, ed è il diritto di riappropriarsi del bene più nobile della vita “il reciproco amore familiare”. I Celentano, tutti, hanno il diritto di trovare Celeste di accertarsi della sua corrispondenza o meno ad Angela e in caso positivo di manifestare alla figlia ritrovata tutto il loro bene.