Un imprenditore partenopeo si è tolto la vita presso la sua stessa abitazione situata in vico dei Miracoli a Napoli: è stato trovato impiccato nella mattinata di ieri, giovedì 29 novembre.
Joseph Sumith, questo il nome dell’imprenditore, era originario dello Sri Lanka ma era ben conosciuto nei quartieri di Napoli, in particolar modo nel Cavone per il suo impegno anticamorra.
Poco più che 30enne, Sumith era un giovane imprenditore proprietario di ben quattro esercizi, due negozi di alimentari e due adibiti ad Internet Point, situati in due diverse zone del capoluogo campano, il quartiere San Carlo Arena e via Dante.
A causa di questa doppia collocazione, Joseph avrebbe dovuto pagare al racket camorristico una doppia quota che, a suo tempo, si rifiutò di versare compiendo così un vero e proprio atto eroico contro la camorra.
Ma l’imprenditore riuscì a fare ancora di più: filmò e denunciò i suoi estorsori.
Proprio in questi giorni infatti, lo stesso Sumith avrebbe dovuto testimoniare al processo ancora in corso contro i taglieggiatori del Cavone e della Sanità, arrestati anche grazie ai suoi filmati e alla sua testimonianza.
Purtroppo però il solo atto eroico non è servito ad evitare ulteriori minacce ed estorsioni da parte di altri membri del clan che, secondo alcune testimonianze, avrebbero coinvolto anche la famiglia dell’imprenditore, la giovane moglie con i due figli piccoli.
Ed è proprio per loro, per salvare la vita alla sua famiglia, che Joseph sembra aver compiuto il gesto estremo perché, come si mormora nel quartiere nel quale viveva “morto lui, loro torneranno al paese e saranno in salvo”.