Il dramma delle bambine siriane, vendute come spose a basso prezzo, è la conseguenza delle condizioni di estrema povertà che vivono le famiglie di profughi nei campi di accoglienza.
Queste famiglie sono pronte a tutto per poter sfamare i propri figli, anche a vendere le bambine a facoltosi uomini d’affari arabi.
Le bimbe, spesso, hanno soltanto quindici anni, e vengono vendute a uomini completamente sconosciuti pronti a pagare cifre irrisorie per soddisfare il loro piacere.
Le cifre che vengono pagate si aggirano tra i 1000 ed i 2000 euro ma si può arrivare fino ai 4500 euro quando le famiglie di origine oppongono resistenza.
I ricchi uomini sauditi stanno approfittando della crisi degli ultimi tempi per prelevare le bambine dai campi profughi della zone di Damasco, Homs ed Aleppo.
Secondo l’Onu sarebbero quasi 500000 gli espatriati, soprattutto in Iraq, Libano, Turchia e Giordania dove, proprio in questo Paese, il fenomeno è in forte crescita.
Sul web si possono trovare siti specializzati nella ricerca di queste ragazze il che rende l’idea di quanto sia importante questa tragedia.
Uno dei Paesi che sta cercando di arginare il problema è la Turchia che ha predisposto la sorveglianza armata dei campi profughi per evitare le intrusioni di questi uomini.
Il fenomeno è triste ed inquietante, basti pensare che, secondo i dati delle associazioni umanitarie operanti nel territorio, nel 2012 ci sarebbero stati ben 500 matrimoni tra bambine vendute e uomini più anziani, originari, soprattutto, di Egitto ed Arabia Saudita.