Il Natale è tra le più note festività cristiane.
Il 25 dicembre si celebra la nascita di Gesù Cristo descritta nella natività contenuta nei vangeli secondo Matteo e secondo Luca e rappresentata nel presepe, simbolo religioso di questa ricorrenza.
Per chi invece vuol vederla in senso laico, la festa natalizia rappresenta la famiglia che si riunisce e, come accade ogni anno, ripete dei rituali familiari legati alla propria tradizione: un modo per sentirsi maggiormente a casa.
Come recita un vecchio detto: “Paese che vai, usanza che trovi”.
Questa è un’affermazione che ben può riferirsi anche al Natale, una festività ricca di tradizioni, usi e costumi che variano non solo di città in città, ma anche da famiglia a famiglia.
Ciò che però resta invariato nel tempo sono i “simboli” legati al Natale, oggetti caratteristici di questa ricorrenza che non mutano nella loro forma, anche se hanno una provenienza diversa a seconda delle leggende che li vedono coinvolti.
Miti, favole e racconti: tutto questo è rappresentato dalle leggende, vere o presunte, che contribuiscono a formare il patrimonio culturale di un intero popolo.
Ma quali sono quelle legate al Natale?
Come già anticipato in precedenza, ogni paese conserva una propria storia, così come ogni famiglia custodisce la propria tradizione.
Qui di seguito ve ne proponiamo qualcuna legata alla nascita dei principali simboli natalizi.
Si narra che nella notte santa, dopo aver udito l’annuncio pronunciato dagli angeli, tutti i pastori di Betlemme si misero in viaggio per raggiungere la capanna ove era nato Gesù.
Tra questi vi era un piccolo bambino cieco che, dopo aver ascoltato anch’egli gli angeli e dopo aver percepito il frenetico via vai degli abitanti della città, iniziò a pregare i passanti di aiutarlo a raggiungere il bambin Gesù.
Purtroppo però nessuno badò a lui costringendolo così a restare dov’era, su di un lato della strada maestra.
Quando tutti se ne furono andanti, la città piombò nel silenzio più totale e fu solo allora che il bambino riuscì ad udire il suono di una campana da bestiame: “Forse quella mucca si trova proprio nella stalla dove è nato Gesù bambino!” pensò, e si incamminò deciso a seguire quel suono che lo condusse proprio alla mangiatoia nella quale giaceva Gesù.
Per tradizione, a Natale si usa spesso decorare l’albero con palline colorate. Una leggenda narra che, in seguito alla nascita di Gesù, tutti gli abitanti di Betlemme si recarono presso la capanna per rendergli omaggio portando dei doni. Tra questi vi era un artista di strada che, a causa della sua povertà, non poté offrirgli nulla se non la sua stessa arte. Fu così che lo allietò e lo fece ridere con il suo numero da giocoliere realizzato, ovviamente, con delle palline.
La storia delle palline di Natale (laica).
Tanto tempo fa, l’albero di Natale veniva addobbato esclusivamente con della frutta dalla forma rotonda: arance e mele. In Francia però, precisamente in Alsazia, in tempi remoti si verificò una pessima annata per le mele, limitandone così i raccolti.
In sostituzione del frutto, che per quell’anno non poteva essere utilizzato come addobbo, un vetraio si propose di costruire delle palline di vetro, in sostituzione delle mele.
Per i tedeschi invece le palline di vetro, denominate kugels, rappresentano una fonte di protezione: essi infatti hanno il compito di proteggere la casa dagli spiriti cattivi.
Un’antica leggenda narra di un piccolo uccellino di colore marrone che divideva la stalla nella quale Giuseppe e Maria avevano trovato rifugio nel recarsi a Betlemme e nella quale era nata Gesù Bambino.
Durante una notte, il piccolo uccellino notò che il fuoco con il quale la famiglia si riscaldava si stava pian piano spegnendo.
Decise così di aiutarla e, mentre tutti dormivano, iniziò ad alimentare lui stesso il focolare: si posizionò sulle braci e iniziò a muovere le ali nel tentativo di mantenere vivo il fuoco e consentire al bambin Gesù di potersi riscaldare.
Continuò così per tutta la notte.
Il mattino seguente, come segno di ringraziamento per l’affetto dimostrato con il suo nobile e altruistico gesto, l’uccellino fu ricompensato con un petto rosso brillante, simbolo del calore scaturito dal suo cuore.