Portici, provincia di Napoli, un medico di base dell’ASL Portici-Ercolano è stato arrestato con l’infamante accusa di pedofilia.
Su mandato del Giudice per le Indagini Preliminari di Napoli, la polizia ha arrestato oggi un medico porticese.
In concomitanza con l’arresto sono stati effettuati rilievi all’interno dello studio ove si sarebbero consumate le vili violenze.
Le indagini, che hanno portato all’arresto, sono partite dalla denuncia di una madre:
la donna accusava il dottore (di cui trapela l’età, 60anni, ma non il nome) di avere abusato del figlio di 10 anni durante degli accertamenti medici.
Si apprende da indiscrezioni giornalistiche che sul medesimo medico gravava già una condanna di primo grado per un reato analogo.
Infatti pare che in passato l’uomo avesse abusato di un bambino mentre la madre si sottoponeva ad una seduta di agopuntura. In quel caso il dottore si sarebbe potuto approfittare del piccolo, senza essere immediatamente sorpreso dalla mamma che pure si trovava all’interno dello studio medico, perché il figlio e la donna rimanevano, durante la terapia della madre, divisi di una tenda di separazione.
La pedofilia è una malattia grave con un’enorme ricaduta sociale; i bambini abusati difficilmente recuperano il bene intimo e profondo che gli viene strappato: questo bene è la dignità sessuale, la libera disposizione ed espressione del proprio corpo e della propria persona. In questo senso la pedofilia è un’emergenza che non va taciuta né nascosta e che merita di essere punita con rigidità, certezza e fermezza.
Gli organi di stampa riportano che il medico arrestato era già stato condannato in primo grado per pedofilia e continuava, malgrado la condanna, ad esercitare la sua professione. Se ciò fosse vero la recidiva sarebbe una “tragedia annunciata” e lo Stato sarebbe responsabile di una svalutazione del “male rappresentato dalla pedofilia”?