La Washington University School of Medicine di St. Louis ha condotto uno studio i cui risultati mostrerebbero che la distribuzione gratuita di contraccettivi alle teenager farebbe diminuire, fino anche dell’78%, il numero di aborti e di gravidanze indesiderate.
Lo studio, pubblicato sulla rivista Obstetrics and Gynecology, è stato condotto, tra il 2007 ed il 2011, su un campione di 9.256 donne di età compresa tra i 14 ed i 45 anni, residenti nella regione di St. Louis, negli Stati Uniti, la maggior parte delle quali era a basso reddito o non assicurata.
Ad ognuna di esse è stata offerta una consulenza sui diversi metodi contraccettivi e data la possibilità di scegliere, ed usare, gratuitamente uno tra i vari possibili anticoncezionali. Quello più richiesto è stato l’impianto sottocutaneo, il cui costo è di alcune centinaia di dollari e ha una durata di tre anni.
«L’impatto che ha avuto fornire contraccettivi gratis è stato ben più grande di quanto non pensassimo», ha detto Jeff Peipert, uno dei principali autori dello studio. «Pensiamo che migliorare l’accesso agli anticoncezionali – ha continuato Peipert – in particolare a impianti intrauterini e spirali, insieme ad una migliore educazione sul loro funzionamento ed efficacia, potrebbe diminuire significativamente il numero di aborti, o di gravidanze indesiderate. Queste ultime rimangono infatti un problema importante, soprattutto tra le teenager e le donne con educazione e/o reddito bassi».
A livello locale e rispetto alla media nazionale, il tasso di aborti ha registrato un drastico calo, pari a 4,5-7,5 aborti ogni 1.000 donne rispetto ai 19,6 aborti ogni 1000 donne a livello statale (nel 2008).
Questi dati – ha sottolineato Peipert – sono dovuti in gran parte all’utilizzo, da parte del 75% delle donne, di metodi contraccettivi reversibili ma di lungo termine, come dispositivi intrauterini o spirale; metodi 20 volte più efficaci della pillola, dei cerotti e dei diaframmi, anche se molto più costosi.
Negli Stati Uniti le gravidanze indesiderate sono il 50% del totale, e nel 43% dei casi le donne, frequentemente di basso reddito, decidono alla fine di abortire. Questo studio confermerebbe ancora una volta la relazione esistente tra livello di vita e numero di aborti e che una contraccezione gratuita farebbe diminuire il numero di interruzioni di gravidanza.
I risultati di questo studio sono in linea – è un caso? – con la riforma sanitaria dell’amministrazione Obama che punta a sostenere il controllo delle nascite, imponendo ai datori di lavoro, dal prossimo primo gennaio, la copertura sanitaria degli anticoncezionali alle loro lavoratrici.
Una riforma sanitaria fortemente criticata dalla destra e dalle associazioni cattoliche perché prevede che anche le organizzazioni religiose (ma non le chiese) debbano assicurare alle proprie dipendenti la scelta sul metodo di contraccezione.